Leopolda, delenda est

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Leopolda, delenda est


di Francesco Erspamer*

Non sono un aristocratico e nemmeno ricco per cui non la penso come il ricco e aristocratico Churchill quando chiedeva, oltre che resistenza e sfida nella sconfitta (su cui sono d’accordissimo), magnanimità nella vittoria. No, nessuna magnanimità con Renzi: nemmeno se ha indossato la maschera della mansuetudine e della moderazione.

Andatevi a riguardare gli articoli del novembre 2012, dopo le primarie del Pd, che Bersani aveva vinto con oltre il 60% dei voti. Con quel fesso di Prodi che commentava: “Il segretario ora è fortissimo”; e Renzi che concedeva, all’americana: “Hai vinto”, come se senza quel suo avallo l’elezione non contasse. Ma già stava iniziando a tramare e un anno dopo con un colpo di mano si sarebbe preso il partito e poi il governo e il paese. Renzi è umile con i forti e remissivo quando in difficoltà ma alla prima occasione colpisce a tradimento; perché come nella favola della rana e dello scorpione, è la sua natura. 

C’è tanto da fare per ricostruire l’Italia approfittando di questa straordinaria prova di maturità e lucidità del popolo, dimostratosi molto migliore della sua classe dirigente e intellettuale; ma Renzi non deve entrarci e neppure i suoi cortigiani. Leopolda, delenda est.Non sono un aristocratico e nemmeno ricco per cui non la penso come il ricco e aristocratico Churchill quando chiedeva, oltre che resistenza e sfida nella sconfitta (su cui sono d’accordissimo), magnanimità nella vittoria. No, nessuna magnanimità con Renzi: nemmeno se ha indossato la maschera della mansuetudine e della moderazione.

Andatevi a riguardare gli articoli del novembre 2012, dopo le primarie del Pd, che Bersani aveva vinto con oltre il 60% dei voti. Con quel fesso di Prodi che commentava: “Il segretario ora è fortissimo”; e Renzi che concedeva, all’americana: “Hai vinto”, come se senza quel suo avallo l’elezione non contasse. Ma già stava iniziando a tramare e un anno dopo con un colpo di mano si sarebbe preso il partito e poi il governo e il paese. Renzi è umile con i forti e remissivo quando in difficoltà ma alla prima occasione colpisce a tradimento; perché come nella favola della rana e dello scorpione, è la sua natura. 

C’è tanto da fare per ricostruire l’Italia approfittando di questa straordinaria prova di maturità e lucidità del popolo, dimostratosi molto migliore della sua classe dirigente e intellettuale; ma Renzi non deve entrarci e neppure i suoi cortigiani. Leopolda, delenda est.

*Post Facebook del 5 dicembre 2016

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