Raqqa, visita a 'sorpresa' dell'incaricato per gli 'aiuti umanitari' degli Stati Uniti
Mark Green, un alto funzionario degli Stati Uniti, ha fatto una visita a 'sorpresa' a Raqqa,nord della Siria, polverizzata dagli attacchi della Coalizione anti-ISIS, per scopi 'umanitari'.
Secondo quanto ha riferito l'agenzia britannica 'Reuters' Mark Green, che è responsabile degli aiuti umanitari nell'amministrazione statunitense, ieri, 'senza preavviso' e 'inaspettatamente', si è recato nella città di Raqqa, nel nord della Siria.
Da quando i terroristi dell'ISIS hanno lasciato Raqqa, Mark Green è la più alta autorità statunitense che visita questa città.
Va notato che il generale Joseph Votel, capo di stato maggiore delle forze armate degli Stati Uniti, ha accompagnato Mark Green in questo viaggio.
Today I traveled to #Raqqa #Syria with @CENTCOM General Votel. America's support for humanitarian and stabilization initiatives is supporting seeds of hope -- and advancing our national security. Proud to witness @USAID impact and meet with our incredible teams on the ground pic.twitter.com/sRUmOuwqYk
— Mark Green (@USAIDMarkGreen) 22 gennaio 2018
Alla domanda della Reuters dopo una visita di 7 ore al campo Ain Issa di Raqqa, Mark Green, presidente dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, ha dichiarato: "Siamo in una fase in cui le persone (i siriani sfollati) vogliono davvero tornare in patria, quindi dobbiamo capire l'importanza di questo problema."
Ha anche riconosciuto il danno inflitto a edifici e strade durante i cosiddetti attacchi aerei della coalizione anti-ISIS, guidati dagli Stati Uniti: "Tutto è distrutto a perdita d'occhio, ed è difficile descrivere l'entità del danno."
Da sottolineare che questa visita è arrivata dopo che Rex Tillerson, Segretario di Stato USA, ha annunciato la decisione del suo paese di mantenere una presenza militare illimitata in Siria come parte della grande strategia di Washington per evitare il ritorno dell'ISIS, per preparare la partenza del presidente siriano Bashar al-Assad e per frenare il dominio dell'Iran nella regione.