L'informatizzazione nella societa' cubana

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di Abel Derivet - teleSUR
 

Di tanto in tanto, si ascoltano delle voci che pretendono di mostrare con statistiche e cifre quale sia il livello di accesso dei cubani a internet. Tuttavia, quasi nessuno propone all’opinione pubblica un’analisi integrale, omettendo questioni che permetterebbero ai lettori di avere un’idea più vicina alla realtà. 

 

Per entrare nel contesto dobbiamo ricordare che l’isola ha avuto accesso ai servizi internet via satellite nel 1996, quando la dottoressa Rosa Elena Simeón, allora titolare del Ministero della Scienza, Tecnologia e Ambiente, durante la cerimonia inaugurale segnalava il difficile cammino che si intraprendeva, definendo il lancio di internet sul nostro territorio come una «lotta complessa dove dobbiamo mettere tutta la nostra intelligenza, creatività e disciplina al fine di approfittare al massimo delle opportunità di informazione in settori vitali…».

 

Si deve inoltre tener conto dei 58 anni di blocco finanziario - spietato e ingiusto - ancora oggi in vigore che ha impedito a Cuba di connettersi con una dozzina di collegamenti alla rete internazionale che la circondano, causando insufficienza nella larghezza di banda e costi molto elevati per l’accesso alla rete. 

 

Tanto per avere un’idea, dal 17 dicembre del 2014, quando i presidenti di Cuba e Stati Uniti annunciarono al mondo il ripristino delle relazioni diplomatiche, il governo nordamericano ha multato 11 entità per un valore pari a 2.843.623.359 dollari, per la violazione del regime delle sanzioni contro l’Isla e altri paesi. 

 

Di fronte a difficoltà non solo tecnologiche, ma anche finanziare, Cuba ha privilegiato l’uso sociale delle nuove tecnologie, come metodo per costruire una Società dell’informatica nella quale tutti possano creare, accedere, condividere informazioni e conoscenza, per promuovere lo sviluppo e migliorare la qualità di vita di tutti. 

 

Con la visione lungimirante del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, il 23 di settembre del 2002, vine fondata l’Università di Scienze Informatiche (UCI), concepita come un centro di tipo nuovo, di portata nazionale, con caratteristiche atipiche e obiettivi concreti nel progetto di informatizzazione della società cubana, con l’accento sulla produzione di Software. 

Durante più di 12 anni, la UCI ha formato oltre 14 mila giovani ingegneri che stanno lavorando in ogni angolo del paese. 

 

Miguel Diaz-Canel Bermudez, Primo Vice Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, ha assicurato che c’è la volontà di mettere l’informatizzazione e internet al servizio di tutti, durante la chiusura del primo Workshop Nazionale sull’Informatizzazione e la Sicurezza Informatica, celebrato presso il Centro de Investigaciones de Tecnologías Integradas (CITI) tenutosi a L’Avana nel febbraio del 2015. 

 

Lo sviluppo dell’informatizzazione dimostra la volontà politica del paese di portare sempre più le nuove tecnologie alla popolazione. I progressi nella connettività sono stati orientati verso lo sviluppo di capacità nell’infrastruttura delle telecomunicazioni, per potenziare l’accesso sociale e sviluppare la gestione automatizzata di settori strategici come quello finanziario-bancario, l’elettro-energetico, i trasporti, i progetti di sviluppo macroeconomico come la Zona Speciale di Sviluppo del Mariel e il Polo Petrolchimico di Cienfuegos. 

 

Investimenti destinati ad ammodernare e ampliare questa infrastruttura che hanno permesso non solo di aprire servizi come la telefonia mobile e internet, ma dargli un uso sociale, con sussidi in settori prioritari come l’educazione, la scienza, la salute, la cultura e lo sviluppo scientifico; in contrapposizione alla logica del mercato, dove possono ‘liberamente’ connettersi solo quelli che hanno i mezzi finanziari per farlo. 

 

La strategia comprende, inoltre, la creazione di nuove capacità di accesso alle tecnologie wireless, l’integrazione e l’utilizzo ordinato delle reti di dati istituzionali, nei settori della salute pubblica, l’educazione e la cultura, conosciute dagli utenti cubani (INFOMED, RIMED, REDUNIV, ECURED e CUBARTE), che alloggeranno nei server per facilitare il loro utilizzo. Viene anche previsto lo sviluppo di videogiochi e contenuti didattici multimediali educativi e storici. 

 

Il cento per cento delle suole del paese utilizza la Tecnologia dell’Informazione e la Comunicazione (TIC) come sostegno ai programmi educativi (…) La quasi totalità degli studenti universitari cubani possiede una propria casella email e l’accesso a Internet senza alcun costo. 

 

Fino al 2015, l’isola aveva circa quattro milioni di utenti internet, più di seicento Centri di accesso pubblico e oltre trenta zone con connessione wireless.

Invece di rinchiudere la nazione, si è lavorato per la creazione di un’infrastruttura, per proteggere il paese e garantire lo sviluppo sostenibile dell’informatizzazione della società cubana. Mentre si cerca di potenziare la cooperazione internazionale in questa materia. 

 

Cuba, un paese piccolo e senza grandi risorse finanziarie, avanza nell’informatizzazione sicura della società, utilizzando in maniera massiccia i benefici della TIC. Un utilizzo che sarà ancora maggiore nella misura in cui le istituzioni e i professionisti domineranno i processi di apprendimento che permetteranno di trasformarla in conoscenze per tutti. 

 

(Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

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