MH17: l’indagine farsa condotta da pubblici ministeri di paesi NATO

4196
MH17: l’indagine farsa condotta da pubblici ministeri di paesi NATO

di Eugenio Cipolla

 La verità, quella vera, e lo abbiamo scritto più volte, perché è così che va in questi casi, non la sapremo mai. Se non altro perché l’abbattimento del volo MH17, avvenuto nel luglio del 2014 sopra i cieli dell’Ucraina, è avvenuto in un periodo difficile, dove due fazioni in guerra, e non solo militare, si stavano fronteggiando con tutte le armi possibili e immaginabili. Comprese quelle della propaganda. A chi credere, dunque? A cosa credere? E’ difficile poterlo stabilire, perché ognuno ha strumentalizzato la vicenda per danneggiare il proprio nemico, dimenticando i 298 passeggeri morti a bordo di quell’aereo e il dolore dei loro parenti.

Eppure qualcuno oggi ha pensato di poterlo fare. Lo Joint investigation team, la commissione internazionale voluta dall’occidente, dopo due anni di indagine ha stabilito che il missile Buk che ha colpito quel volo proveniva dai territori dei ribelli filo-russi. «Ci hanno detto come è stato trasportato il sistema missilistico e come sono arrivati a questa conclusione, ossia attraverso intercettazioni telefoniche, foto, video», ha detto Robby Oehler, parente di una della vittime, interpellata dalla BBC (che ha titolato “MH17 missile ‘came from Russia’, giusto per dimostrare l’imparzialità del giornalismo occidentale).

«Noi abbiamo solamente stabilito che l’arma è arrivata dalla Russia. Una volta stabilito questo, non stiamo però facendo dichiarazioni sul ruolo della Russia come stato o di cittadini della Russia», ha provato a precisare Fred Westerbeke, procuratore olande e capo del JIT. Ma il punto, oltre il fatto che l’inchiesta del JIT non è altro che una tesi accusatoria, propedeutica a un prossimo processo penale, che a quanto pare coinvolgerà centinaia di sospettati, è un altro: quanto è credibile un’indagine eseguita da un pool di pubblici ministeri per la gran parte provenienti da paesi NATO? Andando a vedere la nazionalità dei procuratori che hanno preso parta al JIT, la domanda viene quasi spontanea. Togliendo Australia e Malesia, Belgio e Paesi Bassi sono addirittura membri fondatori dell’Alleanza Atlantica, mentre l’Ucraina sta facendo di tutto per aderire, procedendo sul sentiero delle riforme che la allineeranno agli standard dei paesi NATO.

I buchi nell’indagine ad ogni modo, nonostante i titoli dei giornali occidentali, rimangono. Gli stessi investigatori hanno detto di aver potuto ricostruire «solo parzialmente» il percorso del mezzo lanciatore e di aver intercettato numerose conversazioni in «lingua russa», dettaglio quest’ultimo di poco conto, visto che l’Ucraina, eccetto la parte occidentale, è un paese praticamente bilingue e il russo è piuttosto diffuso.

E allora perché non prendere per buona la versione dei filorussi o le accuse del Cremlino contro Kiev? «Non avevamo questo tipo di sistema antiaereo a nostra disposizione, ne' i sistemi ne' gli specialisti, per questo non potevamo abbattere il Boeing», ha detto Eduard Basurin, vice capo del comando operativo dei separatisti dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, respingendo le accuse del JIT. Mentre il Cremlino, che attraverso Dmitry Peskov ha fatto sapere che «occorre aspettare il rapporto per vedere che formulazione usa e quali conclusioni sono state fatte», ricorda che l’Ucraina in questi due anni «ha nascosto i dati che offrirebbero un quadro del tutto diverso del disastro aereo». Il 17 luglio del 2014, secondo le informazioni in possesso di Mosca, Kiev aveva un sistema di difesa aereo e radar attivi nella regione. Sistemi che seguirono gli spostamenti del Boeing ma che non sono mai stati consegnati al JIT. Perché? La domanda appare alquanto legittima e mostra quanto siano fallaci le tesi alle quali sono giusti gli investigatori del Joint investigation team.

Per Andrej Coban, responsabile delle divisioni radio-ingegneristiche dell’aviazione militare russa, alle 13.20 di quel giorno il radar di Rostov Utes-T non ha registrato alcun oggetto in avvicinamento dal Donbass. E ha ricordato come Kiev e Washington non abbiano ancora diffuso, a due anni di distanza, le immagini satellitari, che darebbero un quadro completo di ciò che è accaduto. Insomma, ogni tesa può essere confutata a seconda dei punti di vista, ma la volontà di fare in modo che una, quella occidentale, prevalga sull’altra, quella russa, è piuttosto evidente. Cosa che, per riesce a ragionare a prescindere dai contenuti spacciati dal main stream, rende l’indagine del JIT una vera e propria farsa pilotata dalla NATO.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti