Repressione politica ed evidenti segnali di censura. Accade in Lituania (UE) nel silenzio di tutti
di Frikat Salimov, del Fronte Popolare Socialista della Lituania | da slfrontas.lt
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Dal 21 al 25 settembre nella capitale della Lituania, Vilnius, si era svolto uno sciopero della fame di fronte al palazzo presidenziale. I partecipanti a questa azione erano stati attivamente ostacolati da provocatori, e il 25 settembre lo sciopero della fame era stato interrotto e i manifestanti dispersi dall'intervento delle forze di sicurezza.
Le forze speciali avevano arrestato i partecipanti all'iniziativa, e tutte le tende erano state rapidamente rimosse dalla piazza.
Abbiamo recentemente informato che la procura ha avviato un'inchiesta in merito allo svolgimento dello sciopero della fame, in base agli articoli 283 (disordini di massa) e 284 (violazione dell'ordine pubblico) del Codice Penale della Lituania. E' già stato reso noto il nome del primo indiziato. E' Algirdas Kavaliauskas, un militante di sinistra di Kaunas. I rappresentanti della polizia lo hanno contattato telefonicamente e gli hanno comunicato che dovrà presentarsi per rispondere in un interrogatorio sui sospetti nei suoi confronti.
Il 29 novembre ad essere interrogato è stato il presidente del Fronte Popolare Socialista Ghedrius Grabauskas. Gli sono state rivolte domande sul perché egli fosse presente all'azione, se abbia verificato presumibili violazioni dell'ordine pubblico e su altri elementi riguardanti lo svolgimento dello sciopero della fame. G Grabauskas ha risposto che l'azione si è svolta pacificamente e di non avere assistito ad alcuna violazione della legge. Negli uffici di polizia sono stati convocati anche uno dei leader dello sciopero della fame, il presidente dell'Unione degli osservatori sui diritti umani della Lituania, Donatas Shulzas, e alcuni suoi collaboratori.
Repressione politica ed evidenti segnali di censura dimostrano che la democrazia in Lituania è solamente una finzione. Nel 2017, pesanti attacchi hanno subito l'editore P. Masilenis, gli attivisti di sinistra A. Janišius e K. Pauliukonis, la scrittrice R. Vanagaite e molti altri cittadini lituani.
E' evidente l'ingerenza dei servizi segreti. “Poiché i poliziotti non sembravano molto interessati a tali indagini, sono arrivati ordini superiori dal Dipartimento di sicurezza statale (DGB) per esercitare pressione sulla Procura affinché attivasse l'intervento della polizia”, ha dichiarato il presidente del Fronte Socialista G. Grabauskas.