Saras in mani stranieri e non è una notizia?

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di Paolo Desogus

Mi pare che si sia detto poco della vendita della Saras, cioè una delle più grandi raffinerie di petrolio del Mediterraneo. La famiglia Moratti che, per anni, da questo stabilimento ha fatto soldi a palate - anche in virtù di un sostegno pubblico che consentiva di far passare per misura ecologica la combustione degli scarti di lavorazione - ha deciso di levare le tende e vendere agli olandesi di Vitol.

Considerando anche che questa raffineria dà lavoro a moltissimi miei conoscenti in Sardegna, mi auguro che vengano rispettati gli accordi sull'occupazione. La vendita resta comunque una sconfitta. Mostra infatti la fragilità del capitalismo italiano, la sua attitudine miope e rapace. A parte i grandi investimenti nella società di calcio dell'Inter, i grandi proventi non sono stati usati per creare nuovo sviluppo e nuove occasione di crescita nel paese.

I Moratti se ne vanno prima di subire gli effetti della transizione ecologica. Lasciano tutto a una società straniera che certamente saprà gestire meglio le clausule ambientali, anche quelle relative alla bonifica del territorio in caso di chiusura dello stabilimento.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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