Sindaco di SI aggredito da un migrante in una riunione sull'accoglienza: "Essere antirazzista non significa difendere tutto".
Ferma la reazione del primo cittadino di Cinquefrondi (Rc), minacciato di morte: "Gesto ripugnante e criminale"
di Omar Minniti
A Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria, un migrante nigeriano con precedenti penali ha aggredito e minacciato di morte il sindaco Michele Conia, ex esponente di Rifondazione Comunista ed ora dirigente nazionale di Sinistra Italiana. E' successo durante un'assemblea pubblica, convocata per discutere la programmazione del servizio di accoglienza per i rifugiati del Comune.
Il primo cittadino era intervenuto nel tentativo di calmare il migrante, in evidente stato di esagitazione, mentre quest'ultimo lanciava frasi offensive contro alcuni partecipanti alla riunione, tra cui i membri della Cooperativa Sankara che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo. Conia è stato strattonato più volte. Nemmeno la presenza dei carabinieri sul posto ha placato gli animi del nigeriano, che ha aggredito i militari ed ha usato la figlia neonata come scudo umano. Alla fine è stato tratto in arresto ed accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Ferma ed inequivocabile la risposta di Conia, da sempre impegnato nei movimenti antirazzisti della Piana di Gioia Tauro: "Per garantire uguali diritti a tutte e tutti bisogna allo stesso tempo che tutte e tutti rispettino i doveri e le regole, anche in questo caso senza distinzione alcuna di sesso, nazionalità e religione. Non ho alcuna difficoltà a definire il comportamento del signor Omorogbe come criminale e quindi da condannare. Non ci può essere alcuna difesa per chi usa violenza e per chi pretende ciò che non gli spetta".
Il primo cittadino, eletto in una lista civica con chiari riferimenti alla sinistra movimentista, ha aggiunto che "essere antirazzista non significa difendere tutto ciò che viene compiuto, ma l’esatto contrario. Bisogna condannare in modo fermo e forte ogni atteggiamento scorretto, che danneggia gli altri immigrati divenendo mezzo di speculazioni. Ritengo, inoltre, ripugnante che si sia utilizzato una bambina innocente come scudo, gesto che ha e non poco scosso la mia sensibilità e quella dei presenti. Non ci possono essere giustificazioni per fatti del genere ed è per questo che tutelerò in tutte le sedi opportune la mia figura, quella delle forze dell’ordine e principalmente quella della mia comunità e degli stessi bambini. Non accetterò mai alcuna forma di sopraffazione e di violenza da parte di nessuno e combatterò contro chiunque la pratichi".
Infine, Conia ha detto: "Non ho nessuna difficoltà a definire criminale un immigrato, ma allo stesso tempo non accetto tentativi di speculazione e di generalizzazione, anche perché nella nostra comunità sono stati accolti altri immigrati, che non solo non hanno mai creato alcun problema ma sono perfettamente integrati nella nostra società".