Un piccolo consuntivo geopolitico di questo 2023

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Disclosure: tutti coloro che credono che le guerre nel Sahel (Mali, Niger, Burkina Faso, Sudan), in Ucraina, nel Caucaso (Azerbaijan, Armenia e Georgia) e in Medio Oriente (Yemen, stretto di Bab al-Mandab , Siria e Gaza) e che le fortissime tensioni in Moldova, al confine tra Bielorussia e Polonia, nel Baltico e nella penisola Scandinava siano eventi separati e che per parlarne bisogna essere esperti di ogni singolo teatro conoscendone, usi, costumi, storia, antropologia eccetera può anche evitare di leggere quanto scriverò qui sotto. Chi invece crede che tutti questi paesi siano "vittime" di una titanica proxy war combattuta tra le grandi potenze (segnatamente Russia e Cina da una parte e Stati Uniti dall'altra) dove popoli e territori sono sacrificabili all'indebolimento del fronte avversario può anche continuare a leggere. In altri termini, questo è un articolo scritto per chi crede che siamo di fronte ad una "guerra mondiale a pezzi" (cit. J.M. Bergoglio), ad una concatenazione di conflitti che nasconde come in un Teatro delle Ombre (Tournement of Shadow) quello che è il Grande gioco delle Potenze mondiali...ecco, chi non crede in questo eviti di leggere, grazie.

 

La guerra in Ucraina sta per doppiare il suo secondo anno, e checchè ne dicano certi sprovveduti non c'è in vista alcuna fine del conflitto. Non fatevi ingannare dalle polemiche nel parlamento americano sui nuovi finanziamenti: la guerra andrà avanti perchè la sconfitta occidentale significa la fine dell'Impero e dell'egemonia americana da un lato e il completo cambio di elité in Europa visto che quella che abbiamo è completamente compromessa. Lotteranno sino alla fine, e proveranno in tutti i modi ad allargare il conflitto impegnando la Russia su altri fronti fino a (nelle intenzioni) indebolirla e destabilizzarla. Fatti come quelli di ieri a Belgorod (bombardamento sui civili con bombe a grappolo) vanno letti come una provocazione per spingere la Russia più avanti nel conflitto. Allo stesso modo la prevista requisizione dei beni russi al momento congelati in occidente va letta come una provocazione definitiva con la quale, di fatto, l'Occidente si dichiara ostile a Mosca.


Nel Sahel (Burkina Faso, Mali, Niger, Sudan) assistiamo a conflitti a bassa intensità (non per questo meno sanguinari e meno feroci) nei quali gli USA e i propri ascari combattono contro le fazioni filo russe guidate peraltro dalla compagnia di ventura russa Wagner. Da notare che ormai la Françafrique è morta e gli USA giocano direttamente e in proprio per contrastare russi e cinesi. Particolarmente feroce è il conflitto in corso in Suda dove si scontrano i lealisti filorussi (il governo legittimo aveva promesso un porto militare ai russi nel Mar Rosso) contro i golpisti filo occidentale.

 

A Gaza va in scena una feroce invasione israeliana in territorio palestinesi. In pochi mesi siamo ad oltre 25 mila morti tra i civili palestinesi. Una guerra che non ha alcuna logica ed alcun senso per Israele visto che congela per decenni l'ipotesi di riappacificazione con i paesi arabi che si era aperta grazie agli "Accordi di Abramo". E allora chi ha interesse a incendiare il Medio Oriente? Certamente gli USA che vedono la prossima entrata dell'Iran e del vecchio alleato Saudita nei BRICS e dunque in orbita Sino-russa. Gli israeliani stanno agendo su ordine americano non solo con la carneficina a Gaza ma anche con i continui bombardamenti in Siria e in Libano: obbiettivo provocare la reazione di Hezbollah e dell'Iran incendiando il Medio Oriente. Questa è la mia visione e non mi sbaglio.

 

Concatenata alla guerra a Gaza c'è la guerra ormai esplosa nello stretto di Bab el-Mandab che connette oceano indiano e Mar Rosso. I ribelli yemeniti sciiti Huti alleati degli iraniani stanno bloccando lo stretto bombardando le navi commerciali occidentali. Gli USA stanno preparando una coalizione per fare guerra a questo coriaceo popolo.

 

In quest'anno disgraziato si è combattuto anche nel Caucaso con una nuova puntata della guerra azero-armena per il Nagorno-Karabach, che si combatte da quando è crollata l'Unione Sovietica. Davvero una guerra questa che è un teatro delle ombre con mille potenze occultamente implicate: l'Iran che appoggia i cristiani armeni contro gli sciiti azeri (si è così, le ragioni della politica non hanno religione che tenga) i russi che da sempre appoggiano l'Armenia ma che ultimamente si sono avvicinati all'Azerbaijan, i turchi e gli israeliani direttamente schierati con l'Azerbaijan e infine Francia (che ha una fortissima comunità di origine armena) e USA che sono schierati con l'Armenia (ma solo con l'obbiettivo di staccare il paese dalla CSI russa e dal mutuo patto di difesa). C'è ormai dentro anche l'India che sta vendendo armi all'Armenia. Insomma un mosaico complessissimo dove però è chiaro che gli USA hanno interesse a far esplodere tutto il Caucaso con l'obbiettivo di indebolire/impegnare la Russia a Nord e l'Iran a Sud.


Come vedete, l'arco di crisi parte in Ucraina, attraversa il Mar Nero, tocca in Caucaso scende nell'EstMed e nel Medio Oriente e infine arriva allo stretto di Bab el-Mandab coinvolgendo peraltro tutto il Sahel. Un arco di crisi enorme, da Guerra Mondiale conclamata e il fatto che sia "a pezzi" è solo una illusione ottica: i burattinai sono sempre gli stessi.

 

In questa guerra mondiale a pezzi da rimarcare ulteriori focolai di crisi:

 

L'occidente sta potentemente armando la Moldova con l'obbiettivo neanche nascosto di provocare una ulteriore guerra contro la Russia in Transnistria (dove c'è un contingente militare russo su mandato ONU).

 

Nell'estremo nord Europeo, in scandinavia rilevano l'entrata della Finlandia nella Nato, e presto della Svezia. Ma forse sono ancora più importanti in patti militari bilaterali appena firmati tra USA Svezia e Finlandia dove gli USA hanno il diritto se lo vorranno di usare decine di basi militari dei due paesi fino al punto di poter anche installare armi atomiche. Nel caso della Finlandia si tratta di basi in un raggio di150 km da San Pietroburgo, Murmansk e anche dal santuario nucleare russo del Mar Bianco (molto vicino alla base finlandese di Rovaniemi che è tra quelle messe a disposizione degli USA).

 

Infine il fronte Nord del Baltico con la Polonia sempre più in fase di riarmo e di costruzione del fronte sia al confine con la Bielorussia che in quello con l'enclave russa della Prussia Orientale (oblast di Kaliningrad). Non va meglio in Bielorussia con i russi che hanno installato basi e portato anche testate nucleari, missili balistici Iskander e bombardieri Tu-22M.

 

Una piccola annotazione di tipo economico: nel 2024 il corridoio dei gasdotti che portano il gas russo in Europa attraverso l'Ucraina sarà chiuso. Si esaurisce così una delle fonti energetiche più importanti per l'Europa sempre più povera e isolata.

 

Buon anno di consapevolezza.

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