Venezuela. Isaias Rodriguez, ex Procuratore generale: «L’Assemblea Costituente è l’unico cammino di pace»

Venezuela. Isaias Rodriguez, ex Procuratore generale: «L’Assemblea Costituente è l’unico cammino di pace»

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di Geraldina Colotti* - Il Manifesto
 

Isaías Rodríguez, ex Procuratore generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, è stato costituzionalista ai tempi di Chávez, e ha partecipato alla stesura della nuova Carta Magna, approvata nel 1999. Poeta, scrittore, giurista, è ambasciatore del Venezuela in Italia. Ora è stato nominato vicepresidente della Commissione di attivazione per la nuova Assemblea Costituente, lanciata da Nicolás Maduro.


Qual è l’obiettivo dell’Assemblea Costituente? 

A differenza della precedente, questa Assemblea Costituente non ha come obiettivo quello di elaborare una nuova Costituzione, ma convoca il potere costituente originario. Le riforme e gli emendamenti alla Costituzione seguono un loro proprio iter. Gli attuali obiettivi sono quelli di raggiungere la pace seguendo un cammino istituzionale. ll dibattito costituente potrebbe arricchire la Costituzione, ad esempio attraverso l’istituzionalizzazione delle Misiones come strumento per realizzare i diritti sociali: alimentazione, salute, istruzione, abitazione e sicurezza dei cittadini. La discussione con una maggioranza sensata potrà contribuire a incorporare esperienze accumulate durante 18 anni in una battaglia di tutti i giorni per la stabilità della Repubblica e la costruzione degli assi portanti della società, per ristabilire l’equilibrio necessario a ogni comunità civile.


Quale sarà la procedura?

La procedura elettorale è la seguente: Il Capo dello Stato, che nel nostro sistema è anche capo del governo, l’attiva in base dell’articolo 348 della Costituzione venezuelana. Il potere elettorale, il Cne, riceve la richiesta e da qui si organizza un processo elettorale per scegliere tramite un voto universale, diretto e segreto, i membri del potere costituente. Quindi, il popolo vota per la selezione dei suddetti membri del potere costituente e li proclama dopo lo spoglio delle schede affinché integrino il «potere costituente originario», il quale, in modo sovrano, elabora la sua agenda di lavoro e il regolamento interno del dibattito. Il potere costituente avrà facoltà di decidere se dissolvere o meno i poteri pubblici costituiti (cinque quelli che esistono attualmente: l’Esecutivo, il Legislativo, il Giudiziario, quello Civile ed Elettorale).


Cosa cambia per la vita del paese?

I suoi obiettivi immediati, come dicevo, sono quelli di ristabilire la pace e la convivenza pacifica e disegnare le misure economiche indispensabili per risolvere l’attuale emergenza del paese. È l’alternativa più razionale e pacifica alla mancata realizzazione del dialogo da parte dell’opposizione e al rifiuto della proposta fatta dal Papa. Il Santo Padre ha denunciato che sia stata disattesa a causa delle divisioni interne dell’opposizione.


Per l’opposizione si tratta di un autogolpe.

La Costituente rappresenta un serio rischio per la continuità del progetto socialista nel paese. Per questo è tutt’altro che un autogolpe. Tocca ai cittadini decidere se abbiamo scelto il miglior cammino per sostenere i diritti sociali per gli esclusi e per la maggioranza. Con questa proposta del presidente, la posta in gioco è totale: tutto, o niente. Non è a favore del governo o dell’opposizione, trascende gli interessi dei partiti e cerca un compromesso a livello nazionale. Dobbiamo decidere tra la pace e la violenza, tra la costituente o la guerra civile, tra ordine costituzionale o disastro. Quel che il presidente ha fatto è far appello all’interesse nazionale oltre qualunque schema partitico.


C’è chi ipotizza un accordo sottobanco tra Maduro e alcune componenti dell’opposizione. Nel chavismo, c’è chi vuole ritornare alla democrazia rappresentativa?

Finora, le destre hanno rifiutato la proposta dell’Assemblea Costituente. Hanno continuano a seminare il caos e la violenza, incendiando e distruggendo i servizi pubblici e alcune piccole imprese del settore privato. Non vedo concessioni ad alcune aree moderate del chavismo, piuttosto vedo il tentativo di ricompattare alcuni settori scontenti della gestione del governo.

 

E che succede ora con le elezioni regionali e comunali?

L’agenda elettorale potrebbe andare avanti in modo parallelo a quella della Costituente. Il potere elettorale lo dovrà decidere. Nella precedente Assemblea Costituente si è presentato un problema simile e si decise di realizzare le elezioni immediatamente dopo che il potere costituente finì di deliberare.
 

Tra manipolazioni e false notizie, aumenta la violenza in una società polarizzata. Dove si andrà a finire?

Il Venezuela è anche un laboratorio per la propaganda di guerra. Con noi hanno sperimentato di tutto: golpe blando, guerra di quarta e quinta generazione, rivoluzioni colorate e primavere e finti autunni: tutto l’armamentario di violenza per far cadere il governo mantenendo le apparenze: per evitare di accusare il potere politico ed economico transnazionale di voler organizzare un colpo di stato contro il paese. Si è iniettato un odio razziale, politico, militare, di classi sociale, religioso, diplomatico, comunicativo. Per far questo si sono utilizzate organizzazioni internazionali, governi neoliberisti dell’America Latina e dell’Europa, blocchi commerciali, contrabbando, inflazione indotta dalla frontiera, paramilitari, organizzazioni religiose, interessi dell’oligarchia interna e partiti tradizionali che hanno perso credibilità. Alcuni paesi europei e del Nord America hanno finanziato guerre di ogni tipo: economiche, diplomatiche, mediatiche, di informazione, oltre alla destabilizzazione vandalica interna. I falsi positivi – sul modello delle uccisioni di cittadini inermi fatti passare per guerriglieri in Colombia – fanno parte di questo. È una guerra di nuovo tipo di fronte a una resistenza di nuovo tipo. È una guerra implacabile contro un continente che aspira all’integrazione, alla sovranità politica ed economica e soprattutto a incontrarsi tra pari, a ritrovare la propria identità per lasciarsi alle spalle le grandi disuguaglianze del mondo e ridistribuire le sue ricchezze in maniera più giusta.


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'autrice

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