L'on. Porta al gazebo di Roma per il plebiscito illegale organizzato dall'opposizione venezuelana. Una vergogna per l'Italia e il PD
Incredibile ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano da parte del parlamentare democratico
di Fabrizio Verde
Ancora una volta lui, l’ineffabile soldato Porta corre a dar manforte all’opposizione golpista che cerca di rovesciare il legittimo governo socialista della Repubblica Boilivariana del Venezuela guidato da Nicolas Maduro.
Attraverso il proprio profilo Facebook, il parlamentare del Partito Democratico ha ribadito il proprio sostegno al plebiscito illegale convocato dalla Mesa de la Unidad Democratica. Un’operazione mediatica dal sapore golpista. L’obiettivo non dichiarato è quello di formare una sorta di governo parallelo che possa destabilizzare la Repubblica Bolivariana.
Nella giornata in cui il Venezuela si mobilita per le simulazioni delle votazioni per l'Assemblea Costituente che si terranno il 30 di luglio.
U.E.E. José Trinidad Jiménez, Parroquia San José (CCS) 11:08am #16JEnsayoConstituyente pic.twitter.com/SsdAItyaMB
— Ernesto Villegas P. (@VillegasPoljak) 16 luglio 2017
L’avvocato costituzionalista Hermann Escarra ha spiegato che la convocazione di un plebiscito non è contemplata nella Costituzione del 1999. «Esiste la figura del referendum consultivo, regolato dalla Costituzione. Ma dev’essere il Consiglio Nazionale Elettorale a convocarlo».
Escarra ha inoltre fatto notare che la figura del plebiscito è stata nel passato utilizzata da governi dittatoriali diretti da uomini politici come Augusto Pinochet, Marcos Perez Jimenez, Alfredo Stroessner e Adolf Hitler. Singolare che si richiami a questa figura proprio chi protesta contro il ‘dittatore’ Maduro. Oppure si tratta di un’involontaria indicazione dei propri riferimenti politici?
Sulla stessa lunghezza d’onda dell’avvocato costituzionalista è sintonizzato anche il giornalista Juan Eduardo Romero, che segnala il plebiscito in Venezuela come «meccanismo integrante della guerra non convenzionale in Venezuela.
Come già avemmo modo di denunciare in un precedente articolo, Fabio Porta si conferma come la testa di ponte principale dell’interventismo del partito di governo nelle questioni interne del Venezuela.