Video conferenza dal Donbass: "sono a rischio le vite di 500 mila persone"

Video conferenza dal Donbass: "sono a rischio le vite di 500 mila persone"

Parlamentare del Lugansk: "Puo' essere bombardato in queste ore un impianto che contiene al suo interno sostanze chimiche con possibili fuoriuscite di scorie nocive. Sono a rischio 500 mila cittadini che vivono nella zona". 

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Nelle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk, nelle ultime 48 ore i combattimenti, dopo un periodo di relativa calma dovuto al Natale ortodosso, sono ripresi in maniera cruenta. La zona interessata dagli scontri è un triangolo che comprende parte dalla periferia di Donetsk e comprende le località di Yasnyuvata e Avdeevka.

A Roma, in via dell'Aereporto, sede nazionale dell'USB, si è tenuta oggi un'importante video-conferenza con esponenti parlamentari e sindacali delle Repubbliche di Donbass e Lugansk. 

Durante la video-conferenza ha preso subito la parola un deputato della Repubblica del Lugansk. "Negli ultimi due giorni abbiamo subito gravi attacchi dalla parte ucraina. Stiamo subendo bombardamenti, ci sono vittime e crolli", ha proseguito il deputato che ha anche annunciato l'invio di una protesta ufficiale da parte dei presidenti delle due Repubbliche a Putin, Trump e Merkel. 



Il deputato ha poi letto un documento che verrà sottoposto alla firma della popolazione e che sarà, anch'esso inviato, ai presidenti di Russia, Stati Uniti e Germania. 

"Le truppe ucraine stanno continuando con attacchi sul popolo del Donbass. A causa dei bombardamenti sono state danneggiate infrastrutture, case e edifici pubblici. A causa degli atti di aggressione, l'80% della struttura energetica è stata distrutta. Danneggiati i sistemi di riscaldamento, elettricità e l'acqua potabile". 

E poi l'annuncio che dovrebbe scioccare l'Europa, ma siamo facili profeti cadrà nell'ipocrito dimenticatorio occidentale: "500 mila abitanti delle Repubbliche rischiano la vita in quest'inverno. Le truppe ucraine mirano alle strutture vitali. Rischia di essere bombardato in queste ore un impianto che contiene al suo interno sostanze chimiche con possibili fuoriuscite di scorie nocive. Sono a rischio 500 mila cittadini che vivono nella zona". 

E, prosegue a leggere l'appello: "Noi chiediamo di fermare le azioni di bombardamento da parte di Poroshenko, il nostro popolo rischio la fine. Poi bisogna ripristinare il sistema bancario prima che sia troppo tardi. Nel nostro territorio si rischia una gravissima catastrofe umanitaria. C'è pochissimo tempo per evitarla. Pochissimo. Fermate Poroshenko, salvate il popolo del Donbass". 

Durante la video-conferenza hanno preso la parola Pietro Leonardi, segretario dell'Usb - "Sostenere la vostra lotta significa anche contrastare il ritorno del nazismo e del fascismo in Europa " - un membro della Banda Bassotti che ha annunciato un concerto il primo maggio nella Repubblica di Lugansk; infine, Giorgio Cremaschi che ha ricordato come: "La stampa ufficiale e i governi dell'unione Europea sostengono questa tesi: voi siete gli aggressori e Poroshenko l'aggredito. Per questo sentiamo il dovere qui di combattere queste menzogne, facendo sapere ai popoli europei la verità".  

La situazione in Donbass vive un rapido peggioramento. Una catastrofe umanitaria è alle porte, una Aleppo europea che fa tramontare per sempre una delle colonne della propaganda europeista: l'Unione Europea è servita a garantire la pace nel continente. Dal Donbass, oggi, ci gridano il contrario.
 

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