Sapir. "Con una dissoluzione controllata dell'euro, crescita del 20% del Pil in Francia in 3 anni"
Durante il convegno "L'Euro contro l'Europa" organizzata dall'associazione Asimmetrie e da Nuova Italia, Fondazione presieduta da Gianni Alemanno, l'economista francese Jacques Sapir ha descritto la drammaticità delle politiche dell'austerità fiscale, di svalutazione interna e deflazione sui paesi dell'Europa meridionale. Citando anche uno studio di Olivier Blanchard, il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Sapir ha affermato come quello che siamo vedendo oggi è la distruzione dell'economia dei paesi del sud: in Grecia, il Pil è del 27% inferiore del 2007 e non è certo stata salvata con il suo debito che continua ad aumentare; la Spagna con un Pil crollato dell'8-10% ma con la disoccupazione è superiore al 25% con un incremento dramamtico, la stessa storia in Portogallo. Cosa sta accadendo in questi tre paesi, ha proseguito Sapir, è una premessa di quello che accadrà in Italia e Francia.
L'austerità non funziona e sta facendo aumentare il problema del debito. Sull'euro, Sapir cita i risultati da lui condotti attraverso la pubblicazione dell'opuscolo "Gli scenari di dissoluzione dell’eurozona" pubblicato da Fondazione Res lo scorso settembre. I paesi dell'Europa meridionale non possano tollerare un cambio superiore 1 a 1 con il dollaro, mentre Berlino può accettare una moneta 1,45 rispetto al dollaro - sarebbe questo oggi il tasso in caso di presenza del marco - e la Germania sta sfruttando chiaramente la situazione, intrappolando gli altri paesi e rendendo insostenibile l'Uinone Europea. L'Eurobond, l'unione monetaria e bancaria non sta funzionando e l'idea di un trasferimento dai paesi del Nord Europa in quelli del sud è un'utopia irrealizzabile sia per la mole di fondi necessaria sia, a livello politico, perchè semplicemente il popolo tedesco non l'accetterebbe. E' una fantasia.
La dissoluzione della zona euro può avvenire in tre modi: non coordinato con tutti i paesi che tornano ad una propria moneta o la creazione di due euro - sud e Nord con la Francia nel sud - sempre in modo non coordinato. Quest'ultimo sarebbe il peggiore possibile per la Germania ed i paesi del sud, anche se migliorerebbe comunque la situazione generale ad esempio della Francia. La soluzione della dissoluzione coordinata resta la migliore. Per la Francia, in questo caso, per i primi tre anni il Pil crescerebbe del 20% ed il 26% per la Spagna. Per l'Italia, Sapir parla del 21%, affermando come tutte queste cifre debbano poi essere aggiustate per l'inflazione che chiaramente si creerebbe dal lato delle importazioni per una moneta svalutata. In Francia sarebbe del 5%, mentre in Italia del 6%. Inflazione assolutamente sostenibile.