L'Ue vuole più controllo nella governance degli Stati membri
La Commissione europea, scrive Luis R. Miranda fondatore di The Real Agenda su Thesleuthjournal, ha trovato giovedì l'accordo interno per aumentare il controllo e la repressione su ogni comportamento ritenuto contrario al suo intendimento di rule of law e per punire in modo più efficare gli stati membri detrattori. Questo è, sostiene Bruxelles, finalizzato a evitare eccessi autoritari all'interno degli Stati membri, specialmente coloro che non garantiscono sufficientemente l'indipendenza del settore giudiziario, come nel caso recente dell'Ungheria. Il problema, sostiene Miranda, è che l'Ue intende evitare tali violazioni usando una violenza politica sui governi indipendenti e il ragionamento proviene dall'assunto erronea che un organismo politico sovranazionale possa combattere gli abusi governativi, scavalcando la loro indipendenza.
La crisi economica ha dimostrato che i valori democratici non sono così solidi, soprattutto in paesi dove Ue, Nato e altri paesi occidentali sono intervenuti per portare “stabilità e pace”. La storia recente dimostra come nessun intervento straniero possa portare i valori democratici, anche se è quella la vera intenzione della missione.
Per i trattati, l'opzione in questi casi è di penalizzare il paese impedendogli il diritto di voto nelle istituzioni europee. Le nuove misure, prosegue Miranda, saranno ancora più invasive in natura e non sembrano avere limiti, perchè i tecnocrati di Bruxelles non vogliono tracciare una cornice su quanto lontano l'Ue possa andare per assicurare che paesi rispettino le loro regole. I commissari dell'Ue stanno anche discutendo la creazione di un presunto corpo indipendente per valutare il carattere democratico di ogni stato membro. Un'altra opzione è quella di imporre a Stati indipendenti il cosiddetto meccanismo di controllo e verifica, come viene fatto all'interno delle istituzioni bancarie. La misura lascerebbe la porta aperta per i tecnocrati di decidere se gli stati membri stanno rispettando o meno le regole e conseguentemente permettere all'Ue di imporre sanzioni.
In supporto di questa proposta, conclude Miranda, la Commissione considererà i risultati di molte inchieste recenti. In alcuni sondaggi, il 71% dei cittadini europeiè d'accordo sulla legittimità delle istituzioni europee di valutare più in profondità il funzionamento degli stati membri.