Monti e gli altri Very Serious People
L'utilizzo delle “riforme strutturali” un mantra per coprire le responsabilità di Germania e Bce
Paul Krugman nel suo ultimo post nel blog The conscience of a liberal per il New York Times, Structural Excuses, scrive a proposito del dibattito avuto con l'ex premier italiano Mario Monti in occasione di un convegno organizzato a Parigi e focalizzato sulle “riforme strutturali”.
Il premio Nobel per l'economia non si sofferma sulla questione dell'efficacia delle riforme strutturali - che riguarda il settore da riformare, ma certamente tutte le economie hanno problemi strutturali che potrebbero essere migliorati – piuttosto la questione da affrontare è se debba essere il punto di riferimento principale per sconfiggere la crisi in corso.
In molti casi le “riforme strutturali” si trasformano in uno strumento per eliminare le protezioni esistenti nel mondo del lavoro e tagliare i benefici sociali. A volte possono essere necessarie, ma quelli che Krugman definisce Very Serious People la utilizzano come un mantra di fronte ad ogni catastrofe economica. E questo è particolarmente fuorviante a livello macroeconomico nel contesto europeo. Invece di riflettere sul fatto che il continente sia sprofondato in depressione negli ultimi cinque anni ed ha necessariamente bisogno di meno austerità e una politica monetaria maggiormente espansiva, i soliti sospetti hanno iniziato a spingere delle riforme strutturali necessarie.
E l'opinione di Krugman è che più che un richiamo ad azioni concrete, l'utilizzo delle “riforme strutturali” diviene una scusa per non affrontare la realtà disastrosa della situazione attuale macroeconomica ed un modo per evitare di discutere della responsabilità della Germania e della Bce, in particolare, per questo disastro prodotto.