La reale portata dei debiti delle banche europee

Ragionare sui 60 miliardi di euro tramite il Mes non ha senso

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La reale portata dei debiti delle banche europee

I ministri delle finanze dell'Eurozona hanno concordato di devolvere 60 dei 500 miliardi del Meccanismo di Stabilità europea (Mes) per la ricapitalizzazione diretta delle banche. In Europe is ignoring the scale of bank losses Wolfgang Munchau rimarca come, se questo non fosse già abbastanza, il resto dei fondi necessari a salvare gli istituti di credito dell'eurozona in difficoltà arriveranno dai governi nazionali o attraverso il bail-in di correntisti ed investitori.
Quanta ricapitalizzazione dobbiamo quindi aspettarsi? Il giornale francese Les Echos la scorsa settimana ha prodotto una stima approssimativa sul totale degli assets delle cosiddette bad banks che dovranno assorbire perdite generate dalla bolla immobiliare e dalla crisi del credito negli Stati Uniti: la stima è di un trilione di dollari, senza del resto includere il Regno Unito. La maggior parte di questi asset non hanno praticamente più valore sul mercato.
Questa stima si riferisce poi solo alle bad banks ed a queste, prosegue nella sua analisi il Columnist del Financial Times, bisogna aggiungere le perdite “nascoste” del sistema bancario: non si conosce la mole esatta perché le banche sono brave nel tenerle nascoste. Per confondere le acque su una perdita, le banche usano diversi stratagemmi come quello del “fingere ed estendere”: i prestatori possono decidere di rinnovare semplicemente un prestito a rischio, che tecnicamente diviene nuovamente performante e non a rischio di default al momento della stipula del nuovo accordo.
La quantità di queste perdite nascoste è immensa e deriva dal numero di crisi recenti che hanno colpito il sistema creditizio europeo: in particolare, la crisi dei subprime, la bolla immobiliare americana, la ristrutturazione del debito greco, i fallimenti delle banche cipriote e la Grande Recessione del 2011-2013 con nessuna luce dal tunnel per i paesi dell'Europa meridionale.
Si potrebbe sperare che un controllo di qualità da parte della Banca centrale europea, previsto per l'anno prossimo, possa fare chiarezza, ma già in passato, gli esperimenti per maggiore trasparenza bancaria hanno semplicemente nascosto la verità: basta ricordarsi dei stress test del 2011 o il controllo “indipendente” sul sistema bancario spagnolo conclusosi con stime sempre eccessivamente ottimistiche.
Lo stato patrimoniale totale del settore monetario e finanziario nell'eurozona è di circa 26.7 trillioni di euro nelle stime effettuate ad aprile di quest'anno. Di questo quanto è nascosto? In Irlanda, le 10 banche più grandi hanno registrato perdite per circa il 10% del totale degli assets e crescerà nei prossimi anni. In Grecia, il 24%; la Banca centrale slovena ha stimato il 18.3% di perdite; in Spagna e Portogallo, quelle riconosciute sono già superiori al 10%, ma i numeri saranno quasi certamente superiori. I prestiti a rischio stanno, infine, crescendo in modo preoccupante anche in Italia.
La Germania è poi un caso interessante: il sistema bancario tedesco appare florido ad una prima vista, fornendo liquidità al settore privato con credito a bassi tassi d'interesse. Ma è ancora difficile da credere che il sistema sia nel complesso solvente. Il paese ha accumulato una serie di grandi surplus per un decennio, circa il 6% del Pil. Questo significa che le banche tedesche hanno accumulato una grande quantità di stocks in securities straniere – la maggior parte dei quali è oggi a rischio default.
Le bad banks costituiscono circa il 5% dell'intero asset europeo: se si aggiunge un altro 5% per le perdite nascoste, quelle generate dalla doppia recessione in corso ed il bail-in cui saranno costretti gli investitori, la stima totale che fa Munchau è di 2.6 trilioni di euro. Non tutte avranno bisogno di una ricapitalizzazione, alcune banche possiedono riserve di capitale, altre potranno essere chiuse. Ma, anche ammettendo che le stime siano errate ed assumendo quindi come valida la cifra di un trilione di euro di Les Echo, i 60 miliardi di euro stanziati attraverso il Mes influiscono davvero poco sulla reale portata del problema. Ed i governi nazionali europei saranno chiaramente incapaci di coprire il rimanente, come previsto dall'accordo. 
Senza i fondi per un salvataggio delle banche, conta poco se la Commissione Europea diventerà l'autorità che dovrà gestire il meccanismo. L'esito più probabile, conclude il Columsnit del FT, è un lungo periodo di omissione dei controlli, una versione politica del “fingi ed estendi”: si finge di non vedere le perdite e si allunga la crisi.

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