Venezuela: 13 anni di reclusione a Leopoldo López per le violenze del 2014

Il fondatore del partito di estrema destra Voluntad Popular condannato come responsabile della morte di civili innocenti durante le proteste violente da lui guidate a Caracas

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Venezuela: 13 anni di reclusione a Leopoldo López per le violenze del 2014

di Fabrizio Verde


Con una sentenza emessa dal distretto giudiziario penale dell'area metropolitana di Caracas, viene condannato a 13 anni e 9 mesi di reclusione – da scontare nel penitenziario di Ramo Verde dove si trova attualmente detenuto - il leader dell'estrema destra venezuelana Leopoldo López

 

Il fondatore del partito Voluntad Popular è stato giudicato responsabile di crimini quali l'incendio doloso (art. 343 del Codice Penale), l'istigazione alla violenza (art. 285 del Codice Penale), danneggiamenti alla proprietà pubblica (art. 83, 473 e 474 del Codice Penale), e associazione a delinquere (art. 37 del Codice Penale), con l'aggravante di aver infranto la Legge Organica contro il Crimine Organizzato e il Finanziamento al Terrorismo, in occasione delle violente proteste da lui capeggiate nell'anno 2014, quando con la destabilizzazione delle piazze l'opposizione cercò di provocare il rovesciamento del legittimo Presidente Maduro. Il piano era denominato 'La Salida'. 

 

'Protesta' cruenta caratterizzata dalle cosiddette guarimbas: barricate composte da chiodi e fil di ferro che causarono lo sgozzamento di diverse persone innocenti. Tragico il bilancio: 43 morti e 878 feriti. I familiari delle vittime innocenti hanno dato vita a un 'Comitato Vittime delle Guarimbas e del Golpe Continuado' che nel giugno di quest'anno si è recato in delegazione al Parlamento Europeo per chiedere verità e giustizia per i propri cari che hanno perso la vita. 

 

Una verità occultata, almeno in Europa, dietro alla cortina fumogena innalzata dal circuito informativo mainstream in modo da poter trasformare i violenti in sinceri democratici, in lotta contro un 'regime' brutale e irrispettoso dei più basilari diritti fondamentali. Praticamente, il mondo alla rovescia. Come confermato dalla portavoce del Comitato Vittime delle Guarimbas: «Quando in ambito internazionale si afferma che le 43 persone morte in Venezuela erano ‘studenti e manifestanti assassinati dal regime di Nicolás Maduro’, le vere vittime provano grande indignazione. Si cerca di presentare gli autori materiali e i mandanti dei delitti come vittime del potere statale». 

 

Davanti all'Europarlamento nello scorso giugno, la portavoce Desiree Cabrera, ebbe modo anche di parlare del ruolo svolto da Leopoldo López, indicato da più parti come 'prigioniero politico': «Quando in questo Parlamento così come in altre istanze viene richiesta la liberazione di Leopoldo López, Daniel Ceballos e altre persone detenute per i crimini commessi negli atti violenti, classificati come ‘prigionieri politici’, viene violato il nostro diritto alla giustizia». 

 

D'altronde che il leader della destra estrema non sia propriamente qualificabile come pacifista o sincero democratico, è fatto assai noto. Basti ricordare che nel 2002, allorquando il Comandante Hugo Chávez fu temporaneamente deposto attraverso un colpo di stato, López coadiuvato da Henrique Capriles Radonski - governatore dello stato Miranda e capo del partito Primero Justicia - fu filmato mentre assaltava l'Ambasciata cubana sequestrando i diplomatici con le loro famiglie.  

 

Infine, sono stati più volte denunciati e provati i collegamenti di López e dei suoi più stretti collaboratori con i gli ambienti più reazionari degli Stati Uniti che provvedono anche a fornire lauti finanziamenti al partito Voluntad Popular. Secondo cablo resi noti da Wikileaks, l'agenzia Usaid veicola ingenti somme di denaro al partito di estrema destra venezuelano, che vengono utilizzate per ingaggiare manovalanza proveniente dalle fila della criminalità organizzata: secondo i risultati di un'inchiesta, ogni mercenario ingaggiato dal partito Volutad Popular viene retribuito con la somma di 5000 bolivar a settimana. 

 

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