"Un'Europa diversa è possibile?"

"Un'Europa diversa è possibile?"

Il M5S alla prova delle elezioni europee secondo il Prof. Becchi

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di Alessandro Bianchi

L'Intervista esclusiva al Prof. Becchi, docente di Filosofia del Diritto vicino alle idee del Movimento Cinque Stelle. Autore di Nuovi scritti corsari. Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine (Adagio)

 - Professore la situazione politica dell'Europa assume connotati sempre più complessi. Il caos sollevatosi in Italia per la vicenda giudiziaria di Berlusconi e la fiducia posta da Letta; il processo ad Alba Dorata iniziato in Grecia, dove il governo di coalizione ha sempre più difficoltà ad applicare le misure della troika; la Corte costituzionale portoghese che ha nuovamente bloccato alcune dei tagli del governo Coelho bis; e la voce di dissenso crescente contro la moneta unica dai paesi del Nord. Ci aiuta a fare un po' di chiarezza?
 
"La situazione politica di tutti i paesi della zona euro rimane condizionata da quello che accade a Berlino, non possiamo nascondercelo. E la vittoria di Angela Merkel, enorme, il 22 settembre scorso rimane l'elemento di partenza imprescindibile per ogni analisi politica dei paesi della zona euro. La cancelliera tedesca potrà formare una coalizione o con i social-democratici o con i Verdi, la sostanza del suo prossimo mandato di governo non cambia e Berlino continuerà ad imporre al resto d'Europa austerità e riforme nel settore del lavoro. Non prevedo un cambiamento di rotta, se non un minimo alleggerimento dei tagli prima delle elezioni per il Parlamento europeo del 2014, onde evitare o contenere il voto di protesta".
 
- Cosa si aspetta da quelle elezioni?
 
"Saranno un test fondamentale per tutti i movimenti che hanno assunto una posizione critica dell'attuale impostazione scelta dall'Ue. Sarà un'opportunità per Syriza in Grecia, che potrà far valere la sua voce contro le scelte della troika nel suo paese direttamente a Bruxelles, e soprattutto per il Movimento Cinque Stelle in Italia che, a differenza del test non attendibile delle amministrative, potrà per la prima volta valutare concretamente la sua consistenza dopo l'affermazione nelle politiche. Queste forze stanno evitando che il dissenso per le politiche europee sia canalizzato esclusivamente dalle forze dell'estrema destra. Ciò vale in particolare per il Movimento Cinque Stelle".  
 
- Il Movimento 5 stelle è stato criticato di non avere ancora assunto una posizione chiara e definitiva su cosa intende fare con l'euro e l'Europa. Anche l'idea del referendum è stata criticata dagli economisti che chiedono l'uscita dalla moneta unica perché renderebbe la fase di transizione alla lira più difficoltosa. Quali sono i suoi consigli?
 
"Innanzitutto va detto che il Movimento cinque stelle ha chiaramente e ripetutamente affermato di non voler accettare le condizioni attuali e di voler ridiscutere la partecipazione italiana all'interno della zona euro. L'idea del referendum nasce dal fatto che noi siamo entrati nella moneta unica senza una consultazione delle volontà del popolo e si andrebbe così a coprire una grave mancanza. Ma, al momento, non è, a mio avviso, la priorità. Il punto di cui partire è oggi l'abrogazione del Fiscal Compact e la ridiscussione della separazione tra Banca centrale e Ministero del Tesoro. 
Il Movimento dovrebbe cercare di gettare le basi per un manifesto programmatico per un'altra Europa, quella dei popoli e non delle oligarchie finanziarie, prima delle elezioni europee del 2014 e poi farsi promotore della sua applicazione all'interno. Una rappresentanza anche di una quindicina di deputati potrebbe dare voce al dissenso dei paesi dell'Europa meridionale, con le istanze di Portogallo e Spagna che rischiano di rimanere senza rappresentanza. Gli Indignados, "ahimè", si sono divisi in 4 fazioni diverse.
Se Nigel Farage praticamente da solo è riuscito ad allertare l'attenzione dell'opinione pubblica, insieme a Syriza, il Movimento cinque stelle potrebbe indirizzare alcuni cambiamenti di rotta significativi. E' bene ricordarsi che i trattati non sono il Vangelo e possono essere modificati, anzi in questo momento devono essere modificati. I popoli non possono morire per l'euro o per Maastricht".
 
- Paul Krugman ha scritto recentemente che "Non è l'Europa ad aver distrutto l'euro, ma il contrario". L'Europa può ancora salvarsi?
 
"L'Europa è nata nel secondo dopo guerra sulla base di valori alti: pace, prosperità dei popoli, crescita economica e stabilità sociale. La degenerazione è avvenuta negli anni'90 con Maastricht e l'introduzione dell'euro, quando è divenuta l'Europa dei banchieri. Il criterio del 3% del deficit di bilancio ed il 60% del rapporto debito al Pil, per esempio, potevano andare bene in un momento di espansione, ma dagli anni '90 ad oggi è cambiato tutto, è cambiato il mondo. Come si può pensare alla stabilità dei prezzi in un momento di crollo di domanda interna e dell'occupazione? E' un suicidio. La ridiscussione profonda di quello che l'Europa è divenuta è l'unico modo per salvarla".
 
- Ma come se ne esce se anche i partiti social-democratici non sono in grado di offrire un modello di sviluppo alternativo ed accettano anzi di entrare in governi di coalizione pur di salvare quello esistente?
 
"Guardando a chi quel modello di sviluppo alternativo e di cambiamento è in grado di offrirlo. E' chiaro che questo modello non funziona e siamo di fronte a realtà politiche che utilizzano tutti i loro mezzi a disposizione per mantenerlo in piedi. Anche se al momento l'idea di un governo del popolo può sembrare un'utopia, dovremo almeno cercare di avere un governo per il popolo, ed invece oggi stiamo assistendo alla formazione di governi contro il popolo. Pensate un attimo a quello che accade in Italia: i due partiti in teoria in contrapposizione governano insieme dal novembre del 2011 e non si nota nessuna differenza. E c'è di più, se Monti non avesse commesso una serie di errori politici anche grossolani, oggi avremo un suo secondo mandato con il patrocinio di Napolitano".
 
Quanta responsabilità hanno in questo i mezzi d'informazione?
 

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