La fine delle libertà individuali: sta per iniziare il post 11 settembre europeo

La fine delle libertà individuali: sta per iniziare il post 11 settembre europeo

Funzionari Ue hanno iniziato a sfruttare il clima post Charlie Hebdo per chiedere maggiori poteri all'UE in tema di sicurezza

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Secondo quanto scrive Bruno Waterfield sul Telegraph, alti funzionari della sicurezza dell'Unione Europea hanno iniziato ad aumentare la pressione sui governi per la delega di poteri sempre più stringenti in materia all'organizzazione internazionale e creare nuovi database, al fine di monitorare tutti i transiti in entrata e uscita in Europa e per tracciare meglio i presunti terroristi dopo l'attacco di Charlie Hebdo.
 
Dopo che Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo, ha comparato la situazione dell'Europa post attacchi di Parigi come quella di New York dopo l'11 settembre, si sta preparando il terreno per la creazione di nuovi controversi poteri da assegnare all'Unione Europea. L'attacco alle Torri Gemelle era stato il pretesto per la creazione del discusso mandato d'arresto europeo. “In reazione all'11 settembre, l'Ue ha sviluppato il mandato d'arresto europeo. Ma dobbiamo fare di più”, ha dichiarato a Riga venerdì Tusk.  
 
Bernard Cazeneuve, il ministro degli interni francesi, ha riunito Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e i paesi europei più colpiti ad una riunione d'emergenza domenica per “mostrare la loro solidarietà alla Francia” e discutere nuove misure per combattere il terrorismo “scambiando idee sulla sfida comune che i terroristi stanno ponendo e che possono essere risolti solo all'interno dell'Ue e oltre”. Questo, nonostante il fatto che i combattenti jihadisti presunti colpevoli del raid contro la sede di Charlie Hebdo erano ben conosciuti dai servizi di sicurezza francesi.
 
Nell'incontro di domenica, Cazeneuve proporrà un piano centralizzato di intelligence a livello Ue per condividere le informazioni di sospetti terroristi, oltre ad aumentare la pressione per la creazione di un database che tracci i movimenti dei jihadisti quando viaggiano. 
 
Dopo l'incontro di Parigi, i deputati del Parlamento europeo saranno posti sotto crescente pressione la prossima settimana per eliminare la loro opposizione ad una nuova direttiva che dia il via libera alla creazione di questi nuovi database di sicurezza per la raccolta dei nomi dei passeggeri (PNR), informazioni che includeranno dettagli sulla carta di credito, itinerari di viaggio e le scelte alimentari fatte in volo. Le resistenze del Parlamento potrebbero purtroppo cadere per il clima di “terrore” generato in Europa.
 
Il piano anti-terrorista vedrà un nuovo ruolo per l'Intelligence Analysis Centre (INTCEN) dell'Ue con la creazione di una Commissione operativa segreta di funzionari, di polizia di esperti su sicurezza interna. Attraverso l'Europol, che avrà nuovi poteri per raccogliere informazioni anche se non hanno mai commesso reati, l'Ue sta pianificando di creare un sistema di intelligence più centralizzato, per la condivisione dei dati dei servizi di sicurezza dei 28 paesi dell'Unione Europea.
 
Statewatch, un'organizzazione che vigila sul rispetto delle libertà in Europa, accusa l'Ue di “una risposta “prevedibilmente terrorizzata” con una lista della spesa che comprende misure di dubbia legalità che “non faranno nulla di concreto per impedire che nuovi attacchi terroristi come quello di Parigi possa essere impedito”. “Sulla base di quello che sappiamo sugli attacchi di Charlie Hebdo, la necessità di rivedere le misure di sicurezza esistenti supera di gran lunga la necessità di una nuova legislazione”, ha dichiarato Ben Hayes, esperto di politica di sicurezza per Statewatch.
 
I parlamentari, conclude Waterfield, hanno fino ad oggi bloccato i piani per la creazione di un PNR per la condivisione delle informazioni di viaggio e hanno accusato i governi di creare un clima di terrore per dare nuovi poteri draconiani alla polizia e forze di sicurezza. “Cercano di reagire alle paure delle persone al costo dei diritti e dei principi della rule of law”. Questi dati non aiuteranno a trovare presunti combattenti dell'Isis, aveva dichiarato Jan Philipp Albrecht, un deputato tedesco. “In molti casi, i foreign fighters sono sospetti ben noti, il che significa che gli approcci investigativi attuali sono sufficienti”. Speriamo possa conservare questa opinione. E con lui la maggioranza del Parlamento europeo, altrimenti si prospetta, anche in Europa come è avvenuto negli Stati Uniti, il definitivo trionfo di un regime orwelliano di “massima sicurezza”.

Se nell'immaginario collettivo l'attacco alla rivista satirica Charlie Hebdo ha rappresentato un colpo inferto alla libertà d'espressione, la reazione centralizzata che l'Europa si sta apprestando ad attuare decreterà, paradossalmente, la fine di importanti libertà individuali, sulle quali la civiltà occidentale si è costruita. Quello che è accaduto negli Stati Uniti è sempre più un triste presagio per il nostro continente....

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