Quando il Washington Post irrideva la "bufala" di Renzi senza un titolo sui giornali italiani...
Al Pd piace vincere facile? Con la stampa al 73° posto per libertà di informazione nel mondo è molto facile...
Dedicato a tutti coloro che credono ancora di vivere in un sistema democratico e di libera informazione...
L'altro ieri a fiume, con effetto copia e incolla su titolo e singole virgole nell'articolo, i giornali – quando diciamo i giornali intendiamo tutti proprio tutti i giornali – hanno dato notizia di una “bufala”, una battuta sulla Nigeriadi cinque mesi fa riportata dal New York Times. Bene. Era il novembre scorso, quindi più recente e quattro mesi fa, e il Washington Post (il caso Watergate tanto per intenderci l'importanza del giornale) prendeva pesantemente in giro Renzi per una bufala sparata al G20 di Brisbane e svelata, ironia della sorte, proprio da quella Pagella Politica citata dal NYT. Renzi forniva dei dati falsi sull'occupazione in Italia, vantando un incremento dei posti di lavoro del tutto sproporzionato. Sarà più importante rispetto ad “una battuta, un’iperbole su Nigeria e Boko Haram” direte voi. Eppure sapete quanti giornali ne parlarono? Zero. Sapete quanti titoli: “La bufala di Renzi sul Washington Post” o “Anche il Washington Post irride il nostro premier”? Zero. Il silenzio tombale. Al Pd piace vincere facile quindi? Con la stampa al 73° posto per libertà di informazione nel mondo è veramente molto facile...
Dal post di Paolo Becchi sul Fatto:
In un periodo in cui Renzi rievoca scenari colonialisti del 1911 e, con le sue riforme, riporta il paese ai tempi dello Statuto Albertino, l’auspicio è quello che il New York Times si inizi ad occupare, dato l’effetto copia incolla che produce sui giornali italiani (73° posto per la libertà di stampa al mondo), delle derive autoritarie in atto contro la Costituzione italiana e non di “bufale” di cinque mesi fa.
In un periodo in cui Renzi rievoca scenari colonialisti del 1911 e, con le sue riforme, riporta il paese ai tempi dello Statuto Albertino, l’auspicio è quello che il New York Times si inizi ad occupare, dato l’effetto copia incolla che produce sui giornali italiani (73° posto per la libertà di stampa al mondo), delle derive autoritarie in atto contro la Costituzione italiana e non di “bufale” di cinque mesi fa.