Quello che i media occidentali non dicono sui disordini razziali negli Stati Uniti
Gli afroamericani di 20-24 anni sono il gruppo demografico con più probabilità di essere ucciso dalla polizia. CJCJ
I titoli sulle recenti proteste negli Stati Uniti fanno credere ai lettori che i protagonisti sono neri violenti che creano "scene di caos". Tuttavia, questo punto di vista riflette semplicemente le tendenze razziste dei media occidentali, sostiene lo scrittore e attivista Darnell Moore.
Il malcontento diffuso dei cittadini neri che lanciano oggetti contro una polizia li ha delusi è in netto contrasto con la descrizione fatta dai media americani degli incidenti nei campus universitari, che per lo più coinvolgono ragazzi bianchi dopo eventi sportivi, come è stato il caso dell'Università del Kentucky ad inizio di aprile. E in più, i titolisti si riferivano ai responsabili degli incidenti come "i ragazzi del college" o "fan del Kentucky" invece di concentrarsi sulle violenze delle loro azioni, prosegue Darnell Moore, capo redattore del sito web Identities.mic.
@EmLuvsKanter so why wasn't what the university of Kentucky students was doing considered a riot? Is it Race ? pic.twitter.com/x4pNFWc5eG
— TYG (@Body_Em_John) 27 Aprile 2015
Look at these thug gang-bangers in Keene, NH. #pumpkinfest pic.twitter.com/DHwgAHC9Kd
— Ray Wert (@raywert) 19 Ottobre 2014
Police helicopter warns kids to leave or face arrest. They respond with cheers, hula hoop. #riot #pumpkinfest #keene pic.twitter.com/zU4qZMWzTQ
— Jeff Good (@jgoodstories) 19 Ottobre 2014
Inoltre, nella copertura delle manifestazioni degli afro-americani, i media trascurano il fatto che la resistenza in risposta ad uno stato di ingiustizia è parte essenziale della storia americana. La disobbedienza civile è iniziata ben prima delle rivolte dei neri per i diritti civili e i movimenti #BlackLivesMatter. Prendete il Boston Tea Party. La tendenza del pubblico a difendere certe azioni come patriottiche e altre come orrore distruttivo plasma la narratirva dellaresistenza negli Stati Uniti. La storia di Gray è emersa in un momento di preoccupazione nazionale per la stragrande maggioranza di neri uccisi dalla polizia nel corso del decennio passat . La sua morte ha portato anche all'attenzione nazionale la cattiva condotta della polizia, nella città di Baltimora in particolare. "Dal 2011, la città è stata protagonista di 102 sentenze relative a situazioni di violazioni dei diritti civili e costituzionali", riporta il Baltimore Sun .
Mentre gli afroamericani di 20-24 anni sono il gruppo demografico con più probabilità di essere ucciso dalla polizia, secondo il Center on Juvenile and Criminal Justice (CJCJ), i funzionari di polizia sono ancora in libertà dopo aver commesso questi omicidi . "Non dobbiamo perdere di vista il fatto che questa realtà è ciò che provoca la prima disobbedienza", conclude Moore.