Il senatore Usa McCain farà parte della Commissione per le riforme in Ucraina‏

Della Commissione faranno parte anche diversi personaggi di spicco del panorama politico europeo

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Il senatore Usa McCain farà parte della Commissione per le riforme in Ucraina‏


di Eugenio Cipolla

La situazione in Ucraina sembra ormai fuori controllo. E le due cose successe nelle ultime 24 ore, secondo quanto ritengono molti analisti, potrebbero far arrabbiare e non poco Putin, reduce da un delicato incontro a Sochi con il segretario di Stato Usa, John Kerry. La prima miccia l’ha accesa ieri pomeriggio Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, parlando alla Commissione Nato-Ucraina nel corso dell’incontro con i ministri degli Esteri che si è  tenuto ad Antalya, in Turchia. «Abbiamo intensificato il nostro sostegno alle riforme attraverso i nostri servizi di assistenza e fondi fiduciari. Kiev può contare sul sostegno continuo della Nato». Ma non c’è solo questo, perché a settembre, ha annunciato Stoltenberg, la Nato e l’Ucraina effettueranno esercitazioni congiunte sul territorio ucraino.
 
Una risposta alle annunciate manovre congiunte tra Mosca e Pechino per alcuni, una normale esercitazioni di risposta a catastrofi per altri. Sta di fatto che in Russia non hanno gradito quella che considerano l’ennesima “intromissione” dell’Occidente nel quadro della delicata situazione ucraina. A peggiorare le cose potrebbe esserci l’annuncio fatte poche ore fa da Mikheil Saakashvili, a capo della Commissione consultiva presidenziale per le riforme voluta da Petro Poroshenko qualche mese fa. L’ex presidente georgiano, molto inviso a Mosca, ha scritto su Facebook che della sua squadra farà parte anche il senatore Usa John McCain, noto per le sue posizioni antirusse e molto attivo nella rivolta di Maidan che portò alla caduta del regime di Yanoukovych.
 
«L’ho chiesto a McCain e me lo ha ribadito personalmente oggi che ne farà parte», ha detto Saakashvili, precisando che per lui «è necessario completare le formalità ufficiali in conformità con le regole del congresso Usa». In precedenza il diretto interessato aveva smentito di aver accettato l’incarico, seppur confermando di essere stato contattato. «Mi è stato chiesto di far parte del Consiglio delle riforme sia dall’Ucraina sia da Saakashvili, e io ho risposto di essere propenso a farlo ma che dovevo esaminare tutti gli aspetti della vicenda, se è possibile per la nostra etica e tutto questo tipo di cose. Io di certo voglio fare tutto ciò che posso per aiutare l’Ucraina, ma devo essere sicuro che vada bene per le regole del Senato».
 
Della Commissione, che dovrà elaborare proposte e raccomandazioni in merito all’attuazione delle riforme in Ucraina e le quali nomine sarebbero già state ratificate da Poroshenko, faranno parte anche diversi personaggi di spicco del panorama politico europeo: Carl Bildt (premier svedese dal 1991 al 1994), Elmar Brok (membro del Parlamento europeo e presidente della Commissione Affari esteri), Mikulas Dzurinda (premier slovacco dal 1998 al 2006), Andrius Kubilius (premier lituano dal 1999 al 2000 e dal 2008 al 2012), Anders Aslund (senior fellow del Peterson Institute for International Economics) e Jacek Saryusz Wolski (membro del Parlamento europeo).
 
Sul fronte militare, intanto, ieri l’Osce ha confermato che sia le truppe governative che i miliziani filorussi non hanno ancora completato il ritiro delle armi pesanti così come previsto dagli accordi di Minsk-2, siglati lo scorso febbraio. «Nonostante la fragile tregua in atto da circa tre mesi, si continuano a registrare scontri attorno a Shirokino, Horlivka e nei pressi dell’aereoporto di Donetsk», ha detto in conferenza stampa a Kiev il numero due della missione di monitoraggio Osce in Ucraina, Alexander Hug. A confermare che la situazione è sempre sul filo del rasoio. E le ultime mosse che abbiamo raccontato certamente non aiutano.   

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