La doppia morale dell'Occidente: pronta una "rivoluzione colorata" per la Macedonia
Vi ricordate per caso richieste di chiarezza al governo golpista ucraino sulla questione dei cecchini golpisti a Maidan?
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di Diego Angelo Bertozzi
L'Occidente - con tanto di voce grossa della colonia italica - chiede al governo macedone chiarezza sulle accuse di corruzione, pena l'isolamento e - ovviamente - l'avvio dell'ennesima rivoluzione colorata. Siamo sempre lì, alla "doppia morale" occidentale, funzionale ai propri disegni imperiali. Vi ricordate per caso richieste di chiarezza al governo golpista ucraino dopo telefonate che rivelavano che tra i cecchini che sparavano su Maidan c'erano provocatori al soldo dei golpisti?
da Sputnik.it
Da inizio settimana il primo ministro macedone non può più contare sull’appoggio diplomatico dell’Occidente, a meno che non modifichi la propria politica di 180 gradi e non lo faccia al più presto.
È questo il senso del messaggio inviato l'altro pomeriggio dall'ambasciatore americano a Skopje, Jess Baily, che — dopo un incontro con Gruevski — ha letto un comunicato congiunto firmato, tra gli altri, anche da Italia, Francia, Regno Unito e UE. "Abbiamo reiterato al primo ministro tutta la nostra preoccupazione per il fatto che il governo non abbia fatto alcun progresso in quanto alle accuse di malaffare emerse dalle intercettazioni telefoniche", ha dichiarato Jess Baily. "Questa continua inazione ci fa dubitare seriamente della dedizione del governo macedone ai principi e ai valori democratici della comunità euro-atlantica".
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Le forze di opposizione in Macedonia, supportate dall'Armata di liberazione del Kosovo, hanno chiesto a gran voce le dimissioni del premier Nikola Gruevski. Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dall'ex comandante dell'Armata di liberazione nazionale, Ali Ahmeti, gli albanesi sostengono il progetto di cooperazione con gli USA, la Nato e l'UE e si sono detti pronti a tutto per aiutare l'opposizione ad ottenere le dimissioni del premier. Il rischio, secondo diversi analisti e politologi internazionali, è che in Macedonia si stia cercando di preparare il campo a una nuova "rivoluzione colorata" che possa modificare ancor di più i rapporti di geopolitica nello scacchiere internazionale.
Da metà febbraio il leader dell'opposizione, il socialdemocratico Zoran Zaev, pubblica ogni settimana intercettazioni telefoniche riguardanti il governo che farebbero luce su diversi casi di corruzione e abuso di potere di cui l'esecutivo Gruevski sarebbe responsabile. In conseguenza a ciò, dal 5 maggio, migliaia di macedoni si ritrovano quindi ogni giorno alle 18 davanti al palazzo del governo, reclamandone dimissioni. Domenica 17 maggio, il partito dell'opposizione, guidata dal leader politico Zaev, ha confermato una protesta di massa cui parteciperanno anche alcuni rappresentanti del Partito socialdemocratico europeo (Pse). "Domenica a Skopje inizia il ritorno della libertà e della democrazia", assicurano i socialdemocratici macedoni, che invitano tutte le etnie del paese a scendere in piazza unite, come a voler smentire la teoria della crisi interetnica avanzata dal governo.