9 maggio 2015: la Russia ha mostrato al mondo come uccidere le rivoluzioni colorate
Stati più piccoli come Siria e Ucraina rimangono obiettivo della "destabilizzazione storica"
Il 70° anniversario della giornata della vittoria a Mosca è stata monumentale per due motivi principali (solenne venerazione di Shojgu, amicizia russo-cinese), non ultimo il fatto che simboleggiava la morte assoluta di qualsiasi rivoluzionaria colorata sperata ancora possibile dall’occidente fin dai primi anni 2000. Questo sfogo emozionale della memoria storica ha visto oltre mezzo milione di persone in piazza nella sola Mosca, tra cui il Presidente Putin, a dimostrazione che la Grande Guerra Patriottica è veramente il grande unificatore che trascende le linee etnico-sociali della società sovietica. E’ fondamentale sottolineare la solidarietà nazionale che le commemorazioni del Giorno della Vittoria suscitano, perché è proprio questa sensazione di diffuso patriottismo partecipativo la difesa più efficace contro le rivoluzioni colorate di oggi.
La ragione per cui la Siria è riuscita a respingere il tentativo di rivoluzione colorata scatenatagli nel 2011 (successivamente trasformata in guerra non convenzionale per sostenere il fallito cambio di regime) fu dovuto a solidarietà e civiltà politica del popolo siriano. Il Paese, pur essendo geograficamente piccolo, è sproporzionatamente ricco di storia ed è sempre stato cosmopolita. Inoltre, la stragrande maggioranza dei cittadini capisce e rispetta l’ammodernamento e la stabilità data dal Partito Baath nel tumultuoso periodo post-indipendenza, quindi sostegno alle autorità legittime e netto rifiuto delle rivoluzioni colorate straniere (per lo più importate). Se non ci fosse stato un notevole e sincero sostegno interno alle autorità siriane dalla stragrande maggioranza della popolazione, il governo sarebbe crollato da tempo e il popolo non avrebbe continuato a combattere e morire per oltre quattro anni per salvare la propria cara civiltà di Stato laico.
La Siria è un grande esempio di piccolo Paese che ha resistito con successo all’offensiva delle rivoluzioni colorate che all’improvviso l’ha aggredita; l’Ucraina ne rappresenta l’opposto, un Paese moderatamente grande che non è riuscito a respingere la rivoluzione del cambio di regime. La ragione per cui ciò è accaduto è proprio perché non ha un’ideologia unificante con cui integrare la popolazione intrappolata dai confini arbitrari dal 1991. Che siano russi, ungheresi, ruteni, tartari della Crimea o anche ucraini, nessun gruppo era contento dell’Ucraina. Mentre le minoranze costantemente chiedono a gran voce diritti e maggiore rappresentanza, gli ucraini non erano contenti del potere avuto e continuavano a volerne di più. In tali condizioni, quando l’apparato governativo che incredibilmente s’è tenuto su per oltre vent’anni, è stato brutalmente sconfitto dai terroristi urbani nazionalisti, la prima minoranza in Ucraina, la popolazione russa, ha deciso di gettare la spugna e secedere dallo Stato fallito. Guardando al passato e apprendendo le lezioni articolate in questo articolo, non sarebbe dovuto accadere. Il territorio dell’Ucraina ospita il magnifico patrimonio della civiltà della Rus di Kiev; invece di essere settari e sciovinisti per il loro complesso d’inferiorità nei confronti dei russi, gli ucraini potevano celebrare il patrimonio comune e farne un ponte per costruire migliori relazioni con i vicini. Dopo tutto, la Federazione Russa è l’ultimo Stato successore dell’antica entità che il territorio della moderna Ucraina diede alla luce, e sarebbe stato sensato se le nazioni sorelle si fossero avvicinate il più possibile negli anni post-indipendenza. Ad esempio, l’Ucraina avrebbe potuto usare il proprio patrimonio di civiltà comune con la Russia come trampolino per creare la propria versione di Unione statale come quella tra Russia e Bielorussia. Purtroppo, però, i capi ucraini non la vedevano così e, quindi, le buone intenzioni della Russia espresse nel periodo post-indipendenza furono respinte o sfruttate per vantaggi personali dall’oligarchia ucraina. Pertanto, quando gli Stati Uniti erano pronti a colpire il cuore dell’Europa orientale con le ultime tattiche asimmetriche del cambio di regime, non sorprende abbiano incontrato scarsa resistenza e avervi successo.
La memoria storica è viva oggi, e invece di essere una sorta di concetto fossilizzato rinchiuso in una biblioteca, è un concetto attivo tangibilmente manifestato per le strade del mondo. In alcuni casi, è passivo e viene promosso senza alcuna considerazione politica di sorta, ma il più delle volte la tendenza è stata riconoscere l’influenza che ha sulla mente di milioni di persone ed adattarsi di conseguenza. Gli Stati Uniti hanno cominciato a militarizzare la storia per raggiungere i loro obiettivi geopolitici, mentre Russia, Cina e Siria hanno tradizionalmente usato la storia come bastione per difendere la propria civiltà. La lotta tra falsificazione e manipolazione storica postmoderna guidata degli Stati Uniti contro la difesa dei fatti storici orgogliosi e unificanti, così come enunciata dai suddetti tre attori, inizia solo ora ad attivarsi. Quindi, è prevedibile si ripetano gli scenari da ‘destabilizzazione storica’ visto in Ucraina, per esempio, divenendo presto la nuova quinta colonna che apre le porte ad ulteriori infiltrazioni delle informazioni (“per la democrazia”) e conseguenti obiettivi di cambio di regime. Mentre Russia e Cina sono in prima linea nel programma ‘di vaccinazione’ contro tale ‘malattia storica’ diffusa dagli agenti della disinformazione degli Stati Uniti, Stati più piccoli come Siria e Ucraina rimarranno obiettivo di tale accelerazione della guerra, nonostante Washington abbia raggiunto risultati assai diversi in ogni caso. Le Sirie nel mondo riusciranno a resistere (ma probabilmente pagando lo scotto del loro patriottismo), mentre le Ucraine crolleranno sprofondando nell’incubo distopico dell’iper-autoritarismo. In conclusione, la domanda a cui devono rispondere Stati similari sulla scacchiera eurasiatica è se potranno difendere la propria Storia come la Siria o se dovranno capitolare pateticamente come l’Ucraina.