A San Pietroburgo era stata trovata un'intesa fra Russia e Grecia per il passaggio del Turkish Stream sul territorio greco
Mentre la Grecia si sta collettivamente interrogando sul perché Tsipras & Co. hanno giocato al braccio di ferro con l'Europa per quattro mesi, durante i quali l'economia greca è entrata in recessione e ha visto le sue banche rimanere a corto di liquidità, per poi raggiungere un "accordo" che avrebbe potuto avere luogo a febbraio, la Grecia ora ha un altro problema: come invertire il "pivot" nei confronti della Russia messo in piedi ultimi mesi e culminato con la firma di un accordo energetico, la scorsa settimana, a San Pietroburgo.
Va da sé che se la Grecia tornerà nelle "grazie della troika", eventuali aperture a Putin dovranno cessare immediatamente. Il che apre un vaso di Pandora per i marxisti nel governo: come chiudere la porta al loro Piano B ideologico, quando tutti sanno che il nodo Grexit si riproporrà a breve, e la Grecia busserà di nuovo alla porta del Cremlino.
Per ora, tuttavia, la situazione è la seguente, per gentile concessione di
Kathimerini: una
spaccatura sembrava essere emersa lunedi tra il ministro dell'Energia Panayiotis Lafazanis e il ministro degli Esteri Nikos Kotzias quanto riguarda la
politica energetica del paese, con quest'ultimo che ha dichiarato che il governo è pienamente in linea con la politica europea a dispetto di un recente accordo sul gas russo che ha indispettito Bruxelles.
Il memorandum firmato da Lafazanis e i funzionari russi di San Pietroburgo all'inizio di questa settimana contravviene, secondo l'Ue, come per il South Stream, alle norme europee sulla concorrenza
Nelle dichiarazioni rilasciate lunedi, Kotzias ha osservato che gli accordi energetici greci non possono includere termini e londizioni che "vanno al di là del quadro giuridico e gli accordi dell' Unione europea."
Un memorandum d'intesa co-firmato da Lafazanis Venerdì scorso prevede la continuazione in territorio greco del gasdotto Turkish Stream che deve ancora essere costruito, ma, secondo i piani di Gazprom, porterebbe il gas naturale dal Mar Nero verso l'Europa occidentale.
Tra l'altro, come Vzlgiad ha riportato oggi, la Saipem ha appena iniziato l'attività di trivellazione per la posa del sasdotto russo-.turco che attraverserà la Grecia.
Chiaramente, come parte di tutti i futuri (se non l'attuale) salvataggi greci, Europa vieterà a qualsiasi oleodotto russo di attraversare la Grecia e raggiungere Europa in attesa che l'operazione siriana abbia finalmente successo e il gasdotto del Qatar soppianterà Gazprom come principale fornitore europeo di energia.
Così, mentre Tsirpras dovrà spiegare ai suoi connazionali perché ha fatto quello che ha fatto, molto presto avrà una spiegazione molto più difficile da dare: o dice a Putin che la Grecia non può più consentire il passaggio del Turkish Stream sul suo territorio (perdendo così miliardi in investimenti energetici diretti), o racconta alla Troika che la Grecia è in realtà più indipendente di quanto ipotizzato, e questo significherebbe termini di salvataggio ancora più duri per il governo di Atene e le solite minacce di taglio della liquidità bancaria se la Grecia si discosta dal corso anti-Russia adottato dall'Europa.
In entrambi i casi il dramma è assicurato.