La Russia ha superato l'Arabia Saudita come principale fornitore di petrolio della Cina
Mosca e Pechino de-dollarizzano il commercio globale di energia, facilitando la scomparsa dei petrodollari e l'ascesa dello yuan
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Nel corso degli ultimi sette mesi, abbiamo documentato la lenta morte del petrodollaro, il sistema di riciclaggio del dollaro e dominio dell'ordine economico mondiale post-bellico che ha servito a sottoscrivere decenni di predominio del dollaro.
Come promemoria, il sistema dei petrodollari funziona così: i paesi che esportano petrolio riutilizzano i dollari che hanno ricevuto in cambio delle loro esportazioni di petrolio per l'acquisto di più beni denominati in dollari, aumentando la solidità finanziaria della valuta di riserva, che porta a prezzi delle attività ancora più elevati e ancora più acquisti denominati in dollari e così via, in un circolo virtuoso soprattutto se qualcuno vanta attività denominate in dollari e stampa valuta statunitense.
Il flusso di riserve di petrodollari sui mercati finanziari ha raggiunto un picco nel 2006 ed è divenuto negativo per la prima volta lo scorso anno, quando l'Arabia Saudita ha inondato il mondo di greggio, nel tentativo di schiacciare Putin, ma finendo per per danneggiare se stessa e il suo socio, gli Stati Uniti di America.

Come riportava Reuters lo scorso anno, citando uno studio di BNP Paribas, per la prima volta in quasi due decenni, i paesi esportatori di energia non investiranno i loro "petrodollari" nei mercati mondiali. In sostanza, il Petrodollaro, che ha a lungo servito da leva per gli Stati Uniti per incoraggiare e facilitare il riciclo di dollari, e un costante reinvestimento in attività denominate in dollari da parte dei paesi esportatori di petrolio e, quindi, un mezzo per aumentare costantemente il prezzo nominale di tutte le attività denominate in dollari, si è appena ridotto all’irrilevanza.


E mentre il recente calo dei petrodollari investiti nei mercati mondiali suggerisce che le azioni dell'Arabia Saudita erano sufficienti di per sé a catalizzare scomparsa del sistema, gli Stati Uniti hanno accelerato il processo sostenendo sanzioni economiche nei confronti della Russia che, a partire da quest'anno, ha cominciato a esportare petrolio e gas naturale alla Cina in yuan, segnando quello che abbiamo salutato come l'intersezione di due temi di fondamentale importanza che avranno conseguenze geopolitiche ed economiche di vasta portata: 1) la morte dei petrodollari, e 2) l'idea di una egemonia dello yuan.
E mentre i legami economici tra la Cina e la Russia si approfondiscono, Pechino potrebbe sempre guardare a Mosca per soddisfare il fabbisogno energetico della Cina. Ciò naturalmente servirebbe solo a de- dollarizzare ulteriormente il commercio globale di energia, assestando un altro colpo al sistema di petrodollari. E ora, come riporta il FT, la Russia ha, per la prima volta nella storia, superato l'Arabia Saudita come principale fornitore di petrolio della Cina, inviando a maggio 93mila barili di greggio al giono, un aumento del 21% rispetto al dato registrato ad aprile.

La decisione dell'Ue di estendere le sanzioni economiche contro la Russia e il recente tentativo da parte del Belgio, la Francia e l'Austria di congelare i beni russi nel caso Yukos, serviranno solo a guidare la Russia e le sue vaste riserve di energia ulteriormente verso oriente e fornire maggiori incentivi a Mosca e Pechino per de-dollarizzare il commercio globale di energia, facilitando sia la scomparsa del petrodollari che l'ascesa dello yuan.

Come riportava Reuters lo scorso anno, citando uno studio di BNP Paribas, per la prima volta in quasi due decenni, i paesi esportatori di energia non investiranno i loro "petrodollari" nei mercati mondiali. In sostanza, il Petrodollaro, che ha a lungo servito da leva per gli Stati Uniti per incoraggiare e facilitare il riciclo di dollari, e un costante reinvestimento in attività denominate in dollari da parte dei paesi esportatori di petrolio e, quindi, un mezzo per aumentare costantemente il prezzo nominale di tutte le attività denominate in dollari, si è appena ridotto all’irrilevanza.


E mentre il recente calo dei petrodollari investiti nei mercati mondiali suggerisce che le azioni dell'Arabia Saudita erano sufficienti di per sé a catalizzare scomparsa del sistema, gli Stati Uniti hanno accelerato il processo sostenendo sanzioni economiche nei confronti della Russia che, a partire da quest'anno, ha cominciato a esportare petrolio e gas naturale alla Cina in yuan, segnando quello che abbiamo salutato come l'intersezione di due temi di fondamentale importanza che avranno conseguenze geopolitiche ed economiche di vasta portata: 1) la morte dei petrodollari, e 2) l'idea di una egemonia dello yuan.
E mentre i legami economici tra la Cina e la Russia si approfondiscono, Pechino potrebbe sempre guardare a Mosca per soddisfare il fabbisogno energetico della Cina. Ciò naturalmente servirebbe solo a de- dollarizzare ulteriormente il commercio globale di energia, assestando un altro colpo al sistema di petrodollari. E ora, come riporta il FT, la Russia ha, per la prima volta nella storia, superato l'Arabia Saudita come principale fornitore di petrolio della Cina, inviando a maggio 93mila barili di greggio al giono, un aumento del 21% rispetto al dato registrato ad aprile.

La decisione dell'Ue di estendere le sanzioni economiche contro la Russia e il recente tentativo da parte del Belgio, la Francia e l'Austria di congelare i beni russi nel caso Yukos, serviranno solo a guidare la Russia e le sue vaste riserve di energia ulteriormente verso oriente e fornire maggiori incentivi a Mosca e Pechino per de-dollarizzare il commercio globale di energia, facilitando sia la scomparsa del petrodollari che l'ascesa dello yuan.