Putin telefona ad Obama: di cosa avranno parlato?
Secondo le versioni ufficiali di Isis, programma nucleare iraniano e conflitto ucraino
Quasi un anno dopo l'ultima telefonata tra Obama e Putin, durante la quale il presidente americano chiese al presidente russo di usare la sua influenza su Kiev “per evitare l’uso della forza e lo spargimento di sangue” nella guerra civile Ucraina istigata dal Dipartimento di Stato, in uno sviluppo inatteso, ieri, è stato Putin che ha fatto una telefonata improvvisa ad Obama.
Questo è ciò che il Cremlino ha dichiarato essere lo scopo ufficiale della telefonata di Putin:
Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama.
In particolare, i due leader hanno discusso della crisi in Ucraina e l'adempimento degli accordi Minsk. I Presidenti hanno convenuto che il vice segretario di Stato Victoria Nuland e il vice ministro degli Esteri russo Grigory Karasin saranno in contatto per discutere l'attuazione di tali accordi.
Notevole attenzione è stata data durante la discussione ad una serie di questioni relative alla lotta contro il terrorismo, in particolare la diffusione dell' influenza del gruppo "Stato Islamico" in Medio Oriente. Vladimir Putin e Barack Obama hanno deciso di incaricare il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il Segretario di Stato americano John Kerry di tenere una riunione per discutere la questione.
Inoltre, i presidenti di Russia e Stati Uniti hanno avuto una discussione approfondita di temi di attualità nelle relazioni bilaterali. Hanno inoltre avuto uno scambio di opinioni sulla situazione in Siria e toccato la questione del programma nucleare iraniano.
Secondo la versione americana, come riporta La Stampa, "a chiamare è stato Putin, che voleva discutere della strategia per combattere l’Isis e del negoziato nucleare con l’Iran, cioè i due dossier su cui la Russia pensa di poter dare un contributo interessante per l’Occidente. Obama però gli ha risposto che la situazione non è cambiata, e prima di riaprire il dialogo il collega deve rispettare fino in fondo gli accordi di Minsk sull’Ucraina".
Ma veramente Putin ha chiamato Obama per questo?
Secondo il blog americano Zerohedge non sarebbe proprio così e la conversazione avrebbe innanzitutto riguardato il destino di Assad, alleato della Russia, impegnato, per la gioia degli americani, a combattere su tre fronti: cioè, il Fronte al-Nusra nella provincia nord-occidentale di Idlib e sempre più vicino al principale nodo infrastrutturale della Siria di Latakia, l'ISIS nella parte centrale della nazione dove ha occupara la storica città di Palmira, e i "ribelli" in prossimità di Damasco. Una situazione che potrebbe presto portare alla sconitta dell'esercito di Assad o, più probabilmente, ad un ammutinamento e alla deposizione del presidente, spostando però poi tutta l'attenzione sul fronte ucraino. Le battute di arresto per Assad potrebbero aver indotto i politici occidentali a suggerire che una finestra di opportunità potrebbe aprirsi per la Siria.
Secondo il blog americano, la conversaione potrebbe essersi sviluppata così, con Putin a dire: lasciate che Assad rimanga al potere e non salvaremo la Grecia in collaborazione con la Cina e non pianteremo una base navale russa nel Pireo, proprio accanto alla nuovissima base militare cinese, nel bel mezzo di un paese della NATO, che causerebbe il più grande mal di testa diplomatico per l'amministrazione Usa da quando, nel mezzo di una riunione delle Nazioni Unite, decise di far passare un flacone pieno di una innocua polvere bianca come arma di massa distruzione per avere un prestesto per invadere l'Iraq.
Secondo la versione americana, come riporta La Stampa, "a chiamare è stato Putin, che voleva discutere della strategia per combattere l’Isis e del negoziato nucleare con l’Iran, cioè i due dossier su cui la Russia pensa di poter dare un contributo interessante per l’Occidente. Obama però gli ha risposto che la situazione non è cambiata, e prima di riaprire il dialogo il collega deve rispettare fino in fondo gli accordi di Minsk sull’Ucraina".
Ma veramente Putin ha chiamato Obama per questo?
Secondo il blog americano Zerohedge non sarebbe proprio così e la conversazione avrebbe innanzitutto riguardato il destino di Assad, alleato della Russia, impegnato, per la gioia degli americani, a combattere su tre fronti: cioè, il Fronte al-Nusra nella provincia nord-occidentale di Idlib e sempre più vicino al principale nodo infrastrutturale della Siria di Latakia, l'ISIS nella parte centrale della nazione dove ha occupara la storica città di Palmira, e i "ribelli" in prossimità di Damasco. Una situazione che potrebbe presto portare alla sconitta dell'esercito di Assad o, più probabilmente, ad un ammutinamento e alla deposizione del presidente, spostando però poi tutta l'attenzione sul fronte ucraino. Le battute di arresto per Assad potrebbero aver indotto i politici occidentali a suggerire che una finestra di opportunità potrebbe aprirsi per la Siria.
Secondo il blog americano, la conversaione potrebbe essersi sviluppata così, con Putin a dire: lasciate che Assad rimanga al potere e non salvaremo la Grecia in collaborazione con la Cina e non pianteremo una base navale russa nel Pireo, proprio accanto alla nuovissima base militare cinese, nel bel mezzo di un paese della NATO, che causerebbe il più grande mal di testa diplomatico per l'amministrazione Usa da quando, nel mezzo di una riunione delle Nazioni Unite, decise di far passare un flacone pieno di una innocua polvere bianca come arma di massa distruzione per avere un prestesto per invadere l'Iraq.