"L'occidente apra gli occhi sui crimini contro l'umanità dell'Ucraina". Intervista dal Donbass ad Alexei Markov

"Usa e Europa occidentale hanno già collaborato con successo con Hiltler, Mussolini, Franco e Pinochet. L'Ucraina di oggi è solo un altro esempio"

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"L'occidente apra gli occhi sui crimini contro l'umanità dell'Ucraina". Intervista dal Donbass ad Alexei Markov


di Alessandro Bianchi ed Eugenio Cipolla

Nell'Ucraina nata dal colpo di stato del febbraio 2014 è sorto un mostro istituzionale che ha sdoganato per la prima volta dal dopoguerra lo spettro dei "nipotini" di Hitler in Europa. Neo nazisti dichiarati inglobati nelle fila dell'esercito di Kiev, che si sono macchiati di indicibili crimini nelle regioni autonimiste del Donbass e del Lugansk. 

L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Uniti per i Diritti Umani ha aggiornato le cifre sulle vittime della guerra. Al 27 luglio l’Onu conta quasi 7.000 morti, 6.832 per l’esattezza, mentre sono 17.087 le persone rimaste ferite. «Tuttavia – ha detto Cècile Poilly, portavoce dell’OHCHR – la missione di monitoraggio delle Nazioni Uniti sui diritti umani crede che il vero numero dei morti sia nettamente superiore». Otto mila almeno. L'Unicef, inoltre, aveva lanciato l’allarme sulla crisi idrica che 1,3 milioni di adulti e bambini si trovano ad affrontare a causa della distruzione o del danneggiamento delle condutture di acqua potabile. «L’acqua è uno dei bisogni più urgenti per bambini e adulti nell’est dell’Ucraina. Fino a 1,3 milioni di persone nei distretti di Donetsk e Luhansk hanno gravi difficoltà a procurarsi acqua da fonti affidabili, di questi 118.000 sono bambini», ha affermato  Giovanna Barberis, rappresentante dell’UNICEF in Ucraina. Di tutto questo e dell'oltre milione di profughi, quasi tutti accolti dalla Russia, non parla nessuno nella stampa del mondo che si crede "libero".

Rompiamo questo silenzio con un'intervista ad Alexei Markov - Commissario Politico della Unità 404, l'unità comunista, della Brigata "Prizrak". Nato in una regione limitrofa alla Siberia, in Russia, Markov svolgeva la professione di fisico nucleare. Dai suoi soldati in Donbass viene chiamato "Dobrji",  il"buono", per le doti di mediazione e cortesia che lo caratterizzano. La Brigata "Prizrak" (fantasma)  si è distinta nella battaglia per la liberazione di Debaltsevo, con l'esercito ucraino salvatosi solo per l'intervento degli accordi di Minsk II.

Gli abbiamo chiesto un aggiornamento sulla situazione nel Donbass.

Intervista


- Ci può descrivere la situazione umanitaria nel Donbass in questo momento?
Ora la situazione umanitaria nel Donbass è stabile ma difficile. Da un lato, nelle Repubbliche hanno cominciato a pagare le pensioni, si sono sviluppati un sistema di applicazione della legge (polizia, pubblici ministeri) e le autorità locali. Dall’altro, nel corso dell'ultimo anno molti residenti hanno perso le proprie case per i danni causati dalla guerra e tutti i loro risparmi sono andati persi o sono stati spesi. Le persone soffrono per la guerra in corso, e tutti le iniziative delle autorità delle Repubbliche non possono cambiare drasticamente le cose fino alla fine della guerra.


- La qualità delle armi di Kiev dall’inizio della guerra è migliorata? Chi sta armando l’esercito ucraino secondo lei?
Non è aumentata solo la qualità delle armi in mano all’esercito, ma anche la loro abilità. Fondamentalmente, sono armi sovietiche riparate, anche se a volte ci sono esemplari occidentali, per lo più automobili e veicoli blindati.


- Ci sono combattenti stranieri nel vostro battaglione? Se sì, da dove provengono principalmente? Sono presenti soldati provenienti dall’Italia?
Nel nostro battaglione abbiamo sei volontari stranieri, tre dalla Spagna e tre dall’Italia. Tutto ciò che so bene, è che sono soldati bravi e disciplinati.


- E’ al corrente circa massacri di massa di civili, uso di armi non convenzionali o altre violazioni del diritto umanitario internazionale da parte dell'esercito regolare di Kiev?
Riguardo a massacri di massa di civili non ho sentito nulla, anche se ci sono molti casi isolati di crimini da parte di soldati ucraini e militanti dei battaglioni-nazi contro la popolazione civile, come saccheggi, stupri e persino omicidi. A proposito di armi non convenzionali, aver utilizzato sistemi di lanciarazzi e missili tattici "Tochka-U" su aree residenziali, è già un crimine di guerra. Anche se in Occidente tendono a non accorgersi di questi crimini.


- La posizione del governo Poroshenko è sempre più precaria, l'economia è sull'orlo del default e si inizia a parlare di una nuova Maidan. Cosa pensa a riguardo?
Nessuno farà Maidan. Questi "eventi" richiedono un significativo esborso finanziario e un sostegno da parte dei media, e gli organizzatori di Maidan dello scorso anno non hanno nessun vantaggio  a rovesciare Poroshenko in questo momento, quindi tutto si limita alle urla in piazza.  


- Perché vi opponete al tribunale internazionale che dovrebbe far luce sulla tragedia del boeing MH17? Non vi è alcuna garanzia di imparzialità?
Personalmente, su questa tragedia io sono “a favore” di un’inchiesta internazionale imparziale e indipendente. Sono sicuro che i colpevoli per la morte dei passeggeri del volo dovrebbero essere puniti. Ma le autorità degli Stati Uniti e l'Europa occidentale hanno già trovato i “colpevoli" senza alcun tipo di indagine. Non hanno bisogno della verità, ma solo di usare questa tragedia per denigrare una delle parti.


- Come valuterà la storia il comportamento degli Stati Uniti e dell’Unione europea, che hanno sponsorizzato un colpo di Stato nel mese di febbraio 2014 in Ucraina, contribuendo al fatto che nel cuore dell’Europa neo-nazisti dichiarati assumessero posizioni di potere?
Gli Stati Uniti e l'Europa occidentale hanno già collaborato con successo con i regimi fascisti e nazisti di Hitler, Mussolini, Franco, Pinochet e molti altri. Non vedo come Poroshenko possa essere meno confortevole per l'Occidente rispetto alle persone sopra elencate.


L'intervista non sarebbe mai stata realizzata senza il contributo della "Carovana antifascista" che ringraziamo

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