Se governassero i "ribelli moderati" sostenuti dall'occidente, la Siria sarebbe così

Se governassero i "ribelli moderati" sostenuti dall'occidente, la Siria sarebbe così

Fulvio Scaglione: "Pensiamoci bene, prima di decidere a tavolino che cosa è bene o male per milioni di persone, in Siria come in Iraq o in Libia"

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Come sarebbe la Siria se a prevalere dovessero essere i "ribelli moderati" che sono il punto di riferimento in Siria della cosiddetta coalizione internazionale a guida Stati Uniti, finanziati, supportati e armati dall'occidente e perlopiù finiti nelle file dell'Al-Qaeda locale se non proprio in quelle dell'Isis? 

In pochi si fanno questa domanda nel circo mediatico di quel mondo che si crede libero. Questa foto ci anticipa molto e vi fornisce una risposta chiara:



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A testimonianza di questo Fulvio Scaglione sul suo blog su Famiglia Cristiana scrive di  Ahmoud Mohamed al-Mousa, giornalista assassinato da un gruppo di uomini mascherati a Idlib, feudo dei cosiddetti "ribelli moderati" della Siria.

E scrive: 


L'hanno ammazzato perché raccontava quello che succede nelle aree occupata dai jihadisti, così come avevano ammazzato altri tre suoi compagni nei mesi scorsi. Al-Mousa, infatti, faceva parte di un gruppo di giornalisti identificati dall'acronimo RBSS (che sta per Raqqa is Being Slaughtered Silently, ovvero: Raqqa viene massacrata silenziosamente), che opera appunto nelle zone occupate dall'Isis e compagnia.

Eroi veri, colleghi a cui noi dobbiamo quel residuo di credibilità e prestigio che ancora si riconosce a questa professione. Il loro sito fornisce informazione puntuali e credibili sulla situazione e lo fa grazie a persone che, come Al-Mousa, rischiano la vita ogni giorno. I dati relativi al Nord della Siria e all'area di Mosul, in Iraq, sono terrificanti: in un anno e mezzo, l'ultimo, 50 giornalisti sono stati eliminati, altri sono dovuti scappare per salvarsi. L'identica sorte che tocca agli insegnanti e a tutte le categorie che possono essere anche solo sospettate di portare un pensiero diverso dal totalitarismo di Isis e compagni.
 
Pensiamoci bene, prima di decidere a tavolino che cosa è bene o male per milioni di persone, in Siria come in Iraq o in Libia. Molte volte il male minore è il meglio che c'è. A meno di non essere pronti a rispondere dei nostri errori, cosa che non pare la specialità dell'Occidente.
 
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Pensiamoci bene e lottiamo in tutti i modi affinché il futuro della Siria sia deciso dal popolo siriano e non da un governo di transizione fantoccio dell'occidente.

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