Il giornalista siriano che denunciò i crimini dell'Isis ad Aleppo ucciso in un raid in Turchia
E i jesuischarlie sempre in vacanza?
Un regista e giornalista siriano è stato assassinato in Turchia ieri in pieno giorno in un raid vicino alla sede della rivista che dirigeva.
Naji Jerf, direttore del mensile Hentah e regista di documentari anti-Isis, è stato vittima di un agguato in pieno giorno nella città di Gaziantep, nei pressi dell'edificio che ospita la sede del media indipendente siriano. La morte di Jerf è stata annunciata da un gruppo di giornalisti che stava lavorando con lui. Si tratta del terzo assassinio di giornalisti in Turchia negli ultimi tre mesi.
Naji Jerf, direttore del mensile Hentah e regista di documentari anti-Isis, è stato vittima di un agguato in pieno giorno nella città di Gaziantep, nei pressi dell'edificio che ospita la sede del media indipendente siriano. La morte di Jerf è stata annunciata da un gruppo di giornalisti che stava lavorando con lui. Si tratta del terzo assassinio di giornalisti in Turchia negli ultimi tre mesi.
Jerf aveva recentemente completato un documentario che investigava la violenza e i crimini nelle parti di Aleppo sotto controllo dell'Isis dal titolo "Raqa is Being Slaughtered Silently". Il film ha vinto un importante premio a novembre, l'International Press Freedom Award.
Secondo le prime ricostruzioni, il giornalista siriano è stato vittima di colpi di armi da fuoco in testa mentre stava camminando per strada. E' stato portato in ospedale, dove è morto. L'attacco è avvenuto vicino alle telecamere di sicurezza, secondo quanto riporta il sito di notizie turco T24. Un amico di Jerf ha dichiarato ad AFP che il giornalista “aveva programmato di trasferirsi questa settimana a Parigi dopo aver ottenuto l'asilo per lui e la sua famiglia per la Francia”.
Il direttore per il Medio Oriente della Committee to Protect Journalists’(CPJ), Sherif Mansour, ha dichiarato: "I giornalisti siriani fuggiti in Turchia per la loro sicurezza non sono affatto sicuri. nvitiamo le autorità turche a portare gli assassini di Naji Jerf alla giustizia rapidamente e in modo trasparente, e per rafforzare le misure per proteggere tutti i giornalisti siriani in territorio turco", ha aggiunto.
In Turchia, paese Nato che negozia il suo ingresso nel regime dell'Unione Europea, la vita per un giornalista che vuole essere libero è divenuta impossibile. All'inizio di novembre, il noto giornalista e attivista per i diritti dei curdi, Tahir Elci, è stato ucciso da uomini armati sconosciuti in una strada a Diyarbakir. Un raid molto simile a quello che ha ucciso Jerf. Ad ottobre, due giornalisti siriani, Ibrahim Abd al-Qader e Fares Hamadi sono stati ritrovati senza vita in un appartamento nella città di Urfa, nel sud della Turchia.
Raid in pieno giorno contro giornalisti liberi e indipendenti che denunciano il legame tra un paese membro della Nato e il terrorismo internazionale più efferrato. Se il mondo che si crede libero fosse libero veramente, i #jesuischarlie sarebbero oggi in piazza per #JesuisJerf. Se, appunto.
Raid in pieno giorno contro giornalisti liberi e indipendenti che denunciano il legame tra un paese membro della Nato e il terrorismo internazionale più efferrato. Se il mondo che si crede libero fosse libero veramente, i #jesuischarlie sarebbero oggi in piazza per #JesuisJerf. Se, appunto.