Saakashvili carica gli ucraini:«Con le armi americane possiamo conquistare tutta la Russia»
di Eugenio Cipolla
Le tre relazioni sull’assistenza tecnica fornita dal Fondo Monetario Internazionale, arrivate nel fine settimana sul tavolo del governo di Kiev, mostrano ancora una volta la vera natura di un’istituzione per la quale niente è mai abbastanza. Nel documento inviato da Washington ci sono un totale di 80 raccomandazioni specifiche all’esecutivo dell’ex repubblica sovietica che rischiano di mandare definitivamente in bancarotta i conti ucraini. I temi tratti nelle tre relazioni sono “Revisione della gestione finanziaria pubblica”, “Gestione dei beni dello Stato” e “riduzione dei contributi al sistema di sicurezza sociale”. In questi documenti gli ispettori del FMI avvertono Kiev sulla necessità di «adottare misure che aiutino a realizzare una politica di bilancio sostenibile».
Tradotto, significa che per accontentare Washington il governo ucraino dovrà studiare nuovi tagli. Anche perché, osservano fonti bene informate interne al Fondo Monetario Internazionale, l’attuale situazione politica del governo ucraino rendere estremamente improbabile l’assegnazione di una nuova tranche per la fine del mese in corso, come richiesto dalla leadership di Kiev.
Intanto sul fronte Donbass lo scontro con i filorussi prosegue, nonostante la tregua siglata con gli accordi di Minsk-2. Nell’ultima settimana, secondo quando denunciato da Eduard Basurin, portavoce del ministero della Difesa dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, sono stati tre i civili uccisi e tre quelli feriti dai bombardamenti delle forze di sicurezza ucraine. Nella notte di domenica, inoltre, l’agenzia di stampa Donetsk, citando una fonte dell’agenzia di sicurezza della DNR, ha parlato di bombardamenti governativi nell’aerea dell’ex aereoporto di Donetsk e nei villaggi attorno alla città.
La risposta di Kiev, almeno sul piano mediatico e diplomatico, non è ancora arrivata, ma il governo sta lavorando a pieno ritmo per definire nuove strategie militari nel caso in cui la situazione dovesse precipitare ulteriormente. Ieri, su iniziativa presidenziale, in Rada è stato depositato un progetto di legge che diminuisce a 30 giorni il tempo necessario per la chiamata alle armi. «In contrasto con le norme vigenti – si legge in una nota esplicativa del progetto di legge – i tempi per la chiamata al servizio militare dei cittadini ucraini sono definiti con decreto presidenziale, il quale verrà pubblicato entro e non oltre un mese dalla sua definizione». Questo, viene spiegato, per «consolidare a livello legislativo la capacità di prendere rapidamente decisioni in sede di acquisizione delle Forze Armate dell’Ucraina […] in caso di cambiamenti significativi della situazione politico-militare del paese».
Che in conflitto possa riesplodere come un anno fa, ormai è dato quasi per certo. Non a caso, stamattina è arrivata la carica dell’ex premier georgiano Mikheil Saakashvili, attuale governatore della Regione di Odessa e primo ministro ucraino “in pectore” (a meno di sorprese clamorose sarà lui a sostituire Arsenij Yatsenyuk). In un’intervista al canale televisivo ucraino “24”, Saakashvili ha detto che «le maggiori lacune dell’Ucraina si registrano nel settore delle armi. Abbiamo armi anticarro superato. C’è un nuovo sistema in possesso degli Usa e se ce lo dessero tutto sarebbe diverso». Per l’ex premier di Tbilisi, «lo spirito dei soldati ucraini è tra i migliori al mondo e se venissero loro fornite conoscenze, abilità ed armi, sarebbero in grado di conquistare tutta la Russia», lanciando un appello nemmeno tanto velato alle autorità americane.