L’Unione Europea rivedrà la strategia delle relazioni a lungo termine con la Russia
di Eugenio Cipolla
Alla fine l’Unione Europa ha rispettato tutti i pronostici degli analisti e sabato scorso ha ufficializzato la decisione di prolungare di sei mesi, fino al 15 settembre, le sanzioni contro 146 personalità russe e 37 organizzazioni vicini alla leadership di Mosca, pubblicando i dettagli nella Gazzetta ufficiale di Bruxelles. «Alla luce del continuo indebolimento e della minaccia all’integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina – si legge nel documento – le sanzioni sono estese di sei mesi». Per il momento dal Cremlino non è arrivata alcuna reazione ufficiale. Nei corridoi del palazzo, infatti, la decisione europea era più che attesa ed è considerata praticamente come un atto formale che ha ridotto ai minimi termini le relazioni sempre più fredde tra Mosca e Bruxelles.
Ed è in quest’ottica che oggi i ministri degli Esteri dell’Unione si incontreranno in quella che si prospetta una riunione decisiva per il futuro dei rapporti tra Ue e Russia. Secondo il quotidiano russo Kommersant, che cita funzionari europei bene informati, si discuterà principalmente del ruolo della Russia negli eventi ucraini e siriani e si cercherà di sviluppare una nuova strategia nei rapporti con Mosca. «Negli ultimi mesi – scrive il quotidiano russo – uno dei punti più discussi a Bruxelles è diventato l’operazione militare russa in Siria e il suo impatto sui flussi migratori».
Ora, però, si tratterà solo di una questione puramente bilaterale. «I ministri degli Esteri Ue cercheranno di fare un passo verso una nuova strategia a lungo termine delle relazioni con Mosca». Tutto questo, dice un funzionario di Bruxelles, avverrà «sullo sfondo degli eventi degli ultimi due anni. Nelle capitali europee sono giunti alla conclusione che in ogni caso non ci può essere un ritorno alle relazioni con la Russia nello spirito del ‘business as usual’».
L’Europa in questo momento «non ha una visione comune circa il prosieguo delle relazioni con la Russia – afferma ancora la fonte del Kommersant – per ora ci sono solo sanzioni ma è chiaro che non possiamo andare avanti così per sempre». Un’altra fonte interna alle strutture Ue ha confidato al Kommersant che i colloqui di oggi non prevedono alcuna decisione ufficiale. «Sarà più una sorta di braimstorming dal quale può però scaturire qualcosa di concreto ell’immediato futuro». In tutto questo, ovviamente, Mosca non resterà con le mani in mano.
Secondo diverse fonti diplomatiche russe anche il ministero degli Esteri di Mosca eseguirà molto presto “un inventario” delle relazioni con l’Ue. «La fase attuale delle relazioni con l’Ue non ci soddisfa affatto», ha detto al Kommersant un funzionario del dicastero guidato da Serghej Lavrov. Già a febbraio, il rappresentante permanente di Mosca a Bruxelles, Vladimir Chizhov, intervistato dall’emittente tv Rossija24, aveva riconosciuto come sia la Russia sia l’Ue non abbiano intenzioni di ripristinare il vecchio formato delle relazioni. In aiuto alle due parti potrebbero arrivare alcune consultazioni di esperti provenienti dai paesi Ue e dalla Russia. Il primo incontro in realtà si è già tenuto a inizio febbraio a Mosca, presso la sede del Consiglio russo per gli affari esteri.
«Mentre da un lato si parla di normalizzazione dei rapporti, dall’altro non vi è la fiducia né l’accordo riguardo ai principi che dovrebbero fare da fondamenta a queste nuove relazioni», ha detto Tatiana Romanova, professore alla St.Petersburg State University, una delle partecipanti all’incontro. Il vero punto, sottolineano fonti diplomatiche russe, è che «senza la rimozione della parte principale delle sanzioni alla Russia questa nuova normalità alla quale si aspira non funzionerà». Anche perché, come sottolineano altri diplomatici russi di stanza a Bruxelles, uno dei paesi chiave dell’Unione Europea oggi rappresenta il principale ostacolo per avviare «discussioni significative» su un possibile ammorbidimento delle sanzioni Ue contro la Russia. Non è difficile indovinare qual è il paese indovinato, così come capire che la strada per una vera normalizzazione è ancora lunga e in salita. Una salita ripidissima.