Sanzioni? Forse per gli Stati Uniti

Sanzioni? Forse per gli Stati Uniti

Secondo un sondaggio WIN/Gallup, gli Usa sono la principale minaccia alla pace nel mondo

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Mentre gli Stati Uniti adottano sanzioni contro la Russia e si apprestano a fare altrettanto nei confronti del Venezuela, per Andy Piascik su Global Research, occorrerebbe tenere a mente che i risultati di un sondaggio lanciato dalla WIN/Gallup International, un’associazione leader nel campo della ricerca di mercato e dei sondaggi, su quale paese rappresenti la più grande minaccia alla pace nel mondo vedono arrivare primi proprio gli Stati Uniti. Non Iran, Corea del Nord, Siria, Cuba, Venezuela, Russia o una qualsiasi delle molte altre nazioni che la classe dirigente e i media Usa demonizzano regolarmente, ma gli Stati Uniti.
 
Secondo Washington, le sanzioni allo studio contro il Venezuela si rendono necessarie per le misure repressive e la violenza che viene attribuita quasi esclusivamente al governo. In realtà, i controrivoluzionari sono responsabili di buona parte delle violenze. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro la Russia.
 
Comodamente lasciata fuori dalla narrazione è la connessione tra le azioni della Russia e il colpo di stato in Ucraina al quale hanno partecipato gruppi neo-fascisti, uno sforzo sostenuto dagli Stati Uniti con 5 miliardi di dollari, secondo l'Assistente del Segretario di Stato Victoria Nuland. Sono inoltre escluse dalle discussioni  le basi militari che gli Usa i loro alleati hanno vicino alla Russia, così come il fatto che praticamente ogni membro dell'ex blocco orientale appartiene ora alla NATO.
 
Come sempre, questi eventi sono presentati in un inequivocabile bianco/nero, dove gli Usa sono i buoni che lottano per la libertà, la democrazia e la libertà e l'altro lato è l'incarnazione del male. Hillary Clinton, per esempio, ha paragonato Vladimir Putin ad Hitler, un paragone che negli ultimi decenni è stato utilizzato per Noriega, Milosevic, Gheddafi, Chavez, Saddam Hussein, Osama bin Laden, Assad e Ahmadinejad, per citarne solo alcuni. La carta Hitler non è mai stata usata contro Somoza, Suharto, Diem, Savimbi,  Duvalier, Mobutu che sono stati leali servitori degli interessi economici occidentali.  
 
In realtà, la narrazione bianco/nero crolla subito dal momento che si possono documentare atti di aggressione diretta compiuti dagli Stati Uniti o reati commessi tramite ulteriori finanziamenti, armamenti e sostegno diplomatico a Stati clienti. 

Restringendo l'analisi agli ultimi 14 anni, nel 2001, gli Stati Uniti hanno invaso l'Afghanistan, apparentemente in risposta agli attacchi dell'11 / 9, anche se nessuno dei coinvolti era afgano ma saudita. Invadere l'Arabia Saudita era però impossibile, dal momento che è un fedele e molto importante alleato. Come Noam Chomsky ha documentato, i talebani si offrirono di aiutare gli Stati Uniti a monitorare i responsabili dell'11 / 9, tra cui bin Laden, ma l'offerta è stata respinta. Dopo 13 anni e trilioni di dollari, le uccisioni continuano, e si espandono durante la presidenza di Obama, includendo anche attacchi indiscriminati con i droni, e non se ne vede la fine.

Nel 2002, i reazionari che rappresentano i Super Ricchi del Venezuela, hanno messo diecine di milioni di dollari di finanziamenti avuti dalla CIA, da USAID, dal National Endowment for Democracy e da altre fonti degli Stati Uniti da usare per il rovesciamento del governo eletto democraticamente, immensamente popolare, del defunto Hugo Chavez. I venezuelani si soni sollevati immediatamente e hanno liquidato il colpo di stato, ma i finanziamenti, i sabotaggi e la sovversione sono continuati. Arrabbiati e frustrati per le continue sconfitte alle urne e nelle strade, i vecchi oligarchi combattono in assenza di appoggio internazionale, tranne quello degli Stati Uniti e della vicina Colombia. La violenza iniziata il mese scorso è il momento più grave del Venezuela fin dal fallito colpo di stato del 2002, e, malgrado il suo completo isolamento, gli Stati Uniti hanno intensificato la loro guerra di propaganda durata 15 anni contro la Rivoluzione Bolivariana.
 
Nel 2003, gli Stati Uniti hanno invaso illegalmente l'Iraq, usando il pretesto di trovare le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Gli Stati Uniti sapevano che armi del genere non esistevano e l’invasione ha avuto come conseguenza quello che alcuni rapporti internazionali dicono sia più di un milione di morti irachene. Seguendo a ruota l’invasione statunitense del 1991 e i successivi anni di sanzioni, l’Iraq è stato in gran parte distrutto ed ora è afflitto da aspre lotte interne.  
Nel 2011 è stata la volta della Libia di Gheddafi. Almeno 50.000 persone sono state uccise, compreso Gheddafi , e la Libia è sprofondata nel caos.  
 
Dal 1990, gli Stati Uniti hanno sostenuto Paul Kagame in Rwanda, presentandolo come un eroe. In realtà, la guerra in Ruanda è iniziata con l'invasione dall'Uganda dal Fronte patriottico ruandese, Fpr, un esercito di cui Kagame presto divenne capo. Quattro anni più tardi, con i colloqui di pace in corso, il Fpr ha ucciso il presidente ruandese Juvenal Habyarimana abbattendo l'aereo sul quale stava viaggiando di ritorno da una sessione negoziale. Iniziò così il periodo più terribile della regione.
 
L'ex Segretario Generale delle Nazioni UniteBoutros-Gali ha riconosciuto la responsabilità americana e l'ONU ha accusato il Fpr delle più gravi atrocità durante gli anni di guerra nel vicino Congo. 
 
In America Latina, oltre a supportare la controrivoluzione in Venezuela, gli Stati Uniti continuano ad elargire milioni alla Colombia per una guerra decennale alla droga che è, di fatto, una guerra contro l'opposizione alla dominazione da parte del capitale globale. E nel 2009, gli Stati Uniti sono stati praticamente i soli al mondo a riconoscere il governo golpista che è salito al potere in Honduras nel 2009 rovesciando Manuel Zelaya.  
 
La violenza degli Stati Uniti non si limita alle altre nazioni. All’interno essa è rappresentata al meglio dalla massiccia incarcerazione degli afro-americani. Con la percentuale più alta di reclusioni al mondo e con una vasta maggioranza di prigionieri neri, gli Stati Uniti non sono così diversi dal Sudafrica dell’era dell’apartheid. Forse le sanzioni internazionali hanno lo scopo di trasformare gli Stati Uniti in un paria e l’isolamento diplomatico aiuterebbe lo stato più violento del mondo a ottenere una dose di civiltà.

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