Censura, torture e omicidi: la Russia denuncia i crimini in Ucraina

"Conseguenze distruttive per la pace, la stabilità e lo sviluppo democratico dell’Europa"

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Censura, torture e omicidi: la Russia denuncia i crimini in Ucraina

Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato un Libro Bianco sulle violazioni di massa dei diritti umani compiuti "dalle forze ultra-nazionaliste, estremiste e neo-naziste" dell'attuale dirigenza di Kiev e dei suoi sostenitori, compiute sotto lo sguardo compiacente di Stati Uniti e UE dall'inizio della crisi nel paese.


 
Il documento contiene numerosi episodi di violazioni compiuti dal novembre 2013 al marzo 2014 e  accolti da media russi, ucraini, occidentali.
 
Mosca ha messo innanzitutto in dubbio l’aggettivo di “pacifici” spesso accostato ai manifestanti di Piazza Indipendenza, denunciando il possesso di armi, apparecchiature e organizzazione poco comuni tra manifestanti occasionali.


 
In aggiunta alla cessazione delle trasmissione di canali televisivi russi, si legge nel rapporto, i rappresentanti del nuovo ordine di Kiev hanno riservato lo stesso trattamento ai mezzi di informazione ucraina. Così, il 15 marzo i manifestanti hanno modificato la programmazione del canale Inter e i dirigenti e giornalisti avrebbero subito minacce.

 
L’escalation di violenza in Ucraina ha coinciso con l'aumento di antisemitismo e xenofobia. Così, il 7 dicembre 2013 nella metropolitana di Kiev sono apparsi dei volantini, firmati dal partito Svoboda, che contenevano appelli a commettere atti di violenza contro gli ebrei e allontanarli "dalle strade del nostro paese". Nel frattempo, uno dei coordinatori di Settore Destro, Alexander Muzychko, in un video pubblicato on-line esortava i suoi sostenitori a "purificare l'Ucraina e la Crimea"  dai russofoni.
 
Durante il mese di marzo, il deputato del parlamento del partito ucraino Svoboda, Irina Farion, ha presentato un disegno di legge che prevede sette anni di carcere per l'utilizzo negli edifici pubblici e amministrativi ucraini della lingua russa, che è la seconda lingua più utilizzata nel paese. 
 
Come conclude il ministero degli Esteri russo, il perdurare di questa situazione di mancata applicazione della legge può intensificare i conflitti in Europa. "Siamo convinti che, in caso di perdurante illegalità in Ucraina la situazione potrebbe portare ad una seria minaccia per la pace e la sicurezza regionale e a un’intensificazione delle contraddizioni e dei conflitti internazionali ed etnici in Ucraina e in Europa”

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