"La bolla speculativa è tornata ai livelli del 2008, ma questa volta è peggio". A. Evans-Pritchard

i mercati dei debiti sovrani della zona euro sono "letteralmente impazziti"

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"La bolla speculativa è tornata ai livelli del 2008, ma questa volta è peggio". A. Evans-Pritchard


Siamo ancora una volta all'interno di una colossale bolla. Con questa premessa Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph sottolinea come la situazione economica attuale sia peggiore di quella del 2008, analizzando diversi indicatori. Non vi è dubbio poi che l'epicentro del problema è oggi il debito sovrano, soprattutto di quei paesi che non hanno una propria Banca centrale.
 
La cartina pubblicata da Andrew Lapthorne di Societe Generale è da questo punto di vista emblematica: tracciando il proddotto nominale nel mix classo di diversi asset detenuti dai fondi, il cosiddetto Indice di Qualità di SG è vicino al record negativo di 2,4%.



Lo stesso, prosegue Evans-Pritchard, è quello che ha voluto indicare Neil Mellor della Banca di New York Mellon in una nota della scorsa settimana, secondo cui i mercati dei debiti sovrani della zona euro sono "letteralmente impazziti", se si considera ad esempio che i titoli a 10 anni irlandesi hanno rendimenti vicini a quelli del Tesoro americano e quelli spagnoli non sono così lontani. 
 
E, prosegue Mellor, il tutto sapendo che la Germania ha escluso cogni prospettiva di una futura unione fiscale della zona euro e sapendo che la protezione di Draghi per i titoli italiani e spagnoli (OMT) è stata considerata una violazione dei trattati e propbabilmente ultra vires da parte della Corte Costituzionale tedesca. Il clima di deflazione/bassa inflazione sta erodendo le dinamiche del debito dei paesi del Club Med: "Il Giappone ha gestito un simile scenario per anni ma solo per l'attiva connivenza di una Banca centrale e la monetizzazione costante del suo debito – qualcosa che non accade nella area euro", ha dichiarato Mellon, che ha poi concluso come non sia difficile concludere che i mercati dei titoli obbligazionari dell'area euro sono sotto la presa delle forze speculative. "La Grecia è il microcosmo dell'area euro: la sua crescita rimane anemica, la disoccupazione immensa con una generazione di giovani distrutta strutturalmente e con un debito ormai al 175% del suo PiL rendono chiaro come il paese non possa ripagare da solo i suoi debiti e avrà bisogno di futura assistenza. Ma, nonostante queste profonde incertezze il governo recentemente è ritornato sui mercati e nonostante numerosi defaults negli anni recenti, e riuscito a sottoscrivere tutte le allocazioni":
 
Prima di bandire banchieri e hedge fund, prosegue Evans-Pritchard, bisogna comprendere come la causa sottostante questa apparente follia è il surplus di capitali nel sistema finanziario globale – si è registrato un record di risparmio pubblico del 25% del Pil mondiale e che sta crescendo - che deve trovare una collocazione. Ognuno ha la sua teoria sulle cause:
· Disuguaglainza sociale causata da tasse regressive.
· I risparmi dell'Asia, che hanno condotto la Cina ad avere investimenti al 48% del Pil e secondo la Banca mondiale in una quantità maggiore di quelli combinati di Usa e Europa, eccedendo il mondo per capacità eccessiva.
· i 12 trilioni di accumulazione di riserve da parte delle banche centrali globali, principalmente asiatiche, e altri trilioni da parte dei fondi sovrani
 
A meno che non si ha però una soluzione a tutti questi problemi contemporaneamente e non si può averne una, "devi scegliere il tuo veleno", conclude il Columnist del Telegraph: una recessione stazionaria e disoccupazione di massa, o una perma-bolla, champagne, e incrociare le dita, a meno che il Cigno Nero non arrivi e elimini anche questa capacità di scelta. 

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