I mercati energetici sono sull'orlo di una crisi

I mercati energetici sono sull'orlo di una crisi

La prossima crisi del mercato avrà a che fare con la salute del dollaro e non con la disponibilità di approvvigionamento

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Le moltitudini di persone, soprattutto americani, che valutano negativamente l'attività del governo degli Stati Uniti fa spesso l'errore di attribuire tutta la colpa ad una qualche battaglia segreta per le risorse petrolifere. La sinistra media sembra credere che tutto l’establishment ruoti attorno al petrolio. Questa è una visione molto semplicistica e ingenua, scrive Brandon Smith su Alt-Market.
 
Le guerre moderne sono raramente, se non mai, combattute per le risorse, nonostante quello che i più potrebbero dire. Se una nazione potente vuole il petrolio, ad esempio, fa la giusta offerta, intimidisce le persone giuste, ricatta i funzionari giusti o truffa i politici giusti. Non ha bisogno di andare in guerra quando i politici e le nazioni sono così facilmente corruttibili. Le guerre moderne, invece, sono combattute in modo da influenzare il cambiamento psicologico all'interno di un determinato paese o di una popolazione. Il petrolio vene usato come scusa onnicomprensiva per la guerra, ma non è mai la vera causa della guerra.
 
In realtà, la domanda di petrolio è diventata statica, e si sta anche riducendo in molte parti del mondo, mentre nuovi giacimenti di petrolio e di gas sono scoperti annualmente. Il petrolio non è una risorsa rara - almeno, non nel presente. E la propaganda che circonda il "picco del petrolio" è pura assurdità. I prezzi del petrolio, purtroppo, non salgono e scendono a seconda dell'offerta, salgono e scendono in base alle tensioni di mercato e, soprattutto, il valore e la sicurezza percepita del dollaro.
 
Detto questo, prosegue, alcuni eventi politici e regionali in evoluzione potrebbero cambiare la percezione degli investitori in negativo, e convincere il mondo di una falsa paura di approvvigionamento ridotto. 
 
Un pericolo molto reale all'interno dei mercati energetici è la minaccia innegabile che il dollaro potrebbe presto perdere il suo status di petrodollaro e, quindi, gli americani potrebbero perdere il vantaggio di prezzi relativamente bassi. Vale a dire, la prossima crisi del mercato avrà molto più a che fare con la salute del dollaro rispetto alla disponibilità di approvvigionamento.
 
Nel giro di pochi anni, i costi del petrolio sono raddoppiati. l petrodollari sono sempre stati visti come invincibili - un denominatore comune, una costante matematica. Lo status di riserva mondiale del dollaro si sta però avvicinando alla fine. Diverse grandi economie commerciano bilateralmente senza l'uso del dollaro; e con i conflitti stranieri in aumento, questa tendenza sta per diventare la norma.
 
Solo nelle ultime settimane, il consigliere economico di Putin, Sergey Glazyev, ha consigliato al Cremlino di formare una coalizione di nazioni per porre fine allo stato di riserva del dollaro e avviare una forma di guerra economica per fermare "l'aggressione degli Stati Uniti" e Russia e Cina hanno siglato uno storico accordo rimuovendo il dollaro come valuta di riserva del petrolio. La più grande azienda del gas russo, Gazprom, ha escluso quasi del tutto il dollaro nelle operazioni con le nazioni straniere. In realtà, nove clienti esteri su 10 di Gazprom sono stati più che felici di comprare i loro prodotti senza l'utilizzo di dollari
 
Oltre che con la Russia, la Cina sta concludendo accordi petroliferi anche con l'Iran. I nuovi accordi petroliferi seguono un accordo di 2 miliardi dollari firmato questa primavera. E, nonostante la disinformazione comune, è in realtà la Cina a raccogliere i maggiori benefici dalla riapertura dei campi petroliferi iracheni, non gli Stati Uniti, il tutto mentre le attività militari statunitensi sono state sostanzialmente sprecate nella regione.
 
Ora, con l’Iraq alle prese con la fulminea avanzata dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, ISIL, non è chiaro se l'America avrà accesso al petrolio iracheno nel prossimo futuro. Se ISIL riuscirà a prendere il controllo dell’Iraq, è improbabile che il petrolio iracheno verrà scambiato con i dollari. I disordini in Iraq hanno già causato picchi di mercato sostanziali dei prezzi del petrolio, e questa tendenza pare essere destinata a continuare per il resto dell'anno.
 
È interessante notare che fonti di notizie mainstream suggeriscono che l'Arabia Saudita sia stata una fonte di finanziamento primaria per i miliziani dell’ISIL. E' vero che i sauditi hanno messo in guardia per anni che avrebbero finanziato e armato i ribelli sunniti se l'America si fosse ritirata dalla regione. Ma quello che si tralascia è che anche gli Stati Uniti hanno segretamente sostenuto questi gruppi estremisti in Medio Oriente. La narrazione tradizione delinea un quadro di tradimento operato dai sauditi contro gli Stati Uniti attraverso gruppi eversivi quando, in reltà, la destabilizzazione dell'Iraq è stata alimentata da denaro e armi provenienti sia dall’America che dall’Arabia Saudita.
 
E 'stata la CIA ad aver addestrato segretamente i miliziani di ISIL in Giordania, in preparazione della guerra in Siria. E' stato un accordo firmato da George W. Bush che ha permesso al leader ISIS, Abu Bakr al-Baghdadi, di essere liberato nel 2009. L'Arabia Saudita sta apertamente armando i sunniti da anni con la piena consapevolezza degli Stati Uniti. Allora, perché la narrazione che ci viene offerta descrive America e Arabia Saudita in disaccordo?
 
Un tale sviluppo avrebbe posto gli Stati Uniti esattamente in conflitto con il governo saudita, l’unico appiglio rimasto nel mercato mondiale del petrolio. Senza il patrocinio dell'Arabia Saudita del dollaro, la maggior parte delle nazioni dell'OPEC la seguirebbero (compresa il Kuwait), e il dollaro perderebbe il suo status di petrodollaro.
 
Negli ultimi giorni, l'Arabia Saudita ha chiesto alle potenze straniere di non intervenire in Iraq. Barack Obama ha riposizionato una portaerei, truppe armate e forze speciali nella zona.
 
Il Quantitative easing della Federal Reserve ha distrutto il vero valore del dollaro e la morte della valuta statunitense è stata assicurata. Questo è il motivo per cui metà del mondo è pronta a fare a meno del dollaro. La distruzione del dollaro non è un caso; è parte di una strategia accuratamente progettata che punta alla centralizzazione di tutto il potere economico sotto l'ombrello di un nuovo paniere di valute controllata dal Fondo Monetario Internazionale.
 
Il rinnovato coinvolgimento degli Stati Uniti in Iraq, le tensioni diplomatiche su ISIL, e le offerte più remunerative dei partner orientali stanno portando l’Arabia Saudita lontano dai rigidi vincoli di petrodollari. Questo cambiamento non è limitato solo all’Arabia Saudita.
 
"Abu Dhabi, il membro più influente degli Emirati Arabi Uniti, "ha improvvisamente terminato la sua lunga relazione esclusiva con le compagnie petrolifere occidentali e ha firmato un accordo storico con la China National Petroleum Corporation (CNPC).
 
La Russia ha formato la nuova Unione economica eurasiatica con la Bielorussia e il Kazakistan, due paesi con giacimenti petroliferi appena scoperti.
 
Sembra che il mondo si stia stringendo attorno alle risorse petrolifere in un contesto di conflitto Est contro Ovest. Tuttavia, questi cambiamenti non riguardano tanto il petrolio ma i petrodollari. La realtà è che i giorni del dollaro come valuta di riserva sono contati e questo è tutto parte del piano.

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