E' così che uno dei consiglieri più vicini di Putin vede il futuro della crisi in Ucraina

"Ci sono una serie di guerre regionali, tra cui quella in Ucraina, organizzate dagli americani per bloccare l'ascesa della Cina"

6419
E' così che uno dei consiglieri più vicini di Putin vede il futuro della crisi in Ucraina


E' noto come prima della deposizione di Yanukovich nel febbraio scorso, l'Ucraina avesse scelto la nuova unione doganale euroasiatica ideata da Putin e concorrente dell'Ue. Il nuovo presidente Petro Poroshenko ha poi firmato l'accordo di libero scambio con l'Ue nel mese di giugno. In un contesto di crisi sempre crescente tra la Nato e la Russia, il principale consigliere di Vladimir Putin per l'"integrazione", Sergei Glazyev, ha dichiarato a Bloomberg come Mosca non può andare da sola contro gli Stati Uniti e deve creare una "coalizione anti-guerra" contro "l'aggressione". Ha poi proseguito: "Il punto è che ci sono una serie di guerre regionali organizzate dagli americani, in particolare la catastrofe di oggi in Ucraina, che si basano sulla volontà degli Stati Uniti di assicurarsi il controllo su tutto il Nord dell'Eurasia" per rafforzare "la sua posizione contro la Cina". "Ecco come l'esercito e gli oligarchi americani stanno cercando di mantenere la leadership nella competizione globale con la Cina", ha spiegato il consigliere di Putin. 
 
Lo sforzo si ritorcerà contro, ha proseguito, alludendo alle ritorsioni annunciate dalla Russia sui prodotti agricoli e alimentari per un anno agli Stati Uniti, l'Unione europea, la Norvegia, il Canada e l'Australia. La "guerra economica" condotta dagli Stati Uniti contro la Russia sarà un boomerang che lascerà l'Unione europea a pagare il prezzo più alto. Il blocco commerciale rischia di pesare 1.300 miliardi dollari all'Ue, una stima che comporterebbe il possibile fallimento di diverse banche e società europee. Una crisi energetica in Europa porterebbe poi a un brusco picco dei prezzi e una perdita di competitività per i produttori del continente. Nel frattempo, Cina, i paesi dell'est asiatico e la Turchia copriranno il vuoto lasciato dai paesi europei per il mercato russo.  La ricaduta avrà un costo di 250 miliardi di euro per la Germania da sola e spingerà i tre Stati baltici sull'orlo di una "catastrofe economica", ha proseguito Glazyev. "Lituania e Lettonia perderanno l'equivalente della metà della loro intera produzione economica, e il costo per l'Estonia raggiungerà il 50 per cento in più rispetto al suo prodotto interno lordo". 
 
Dove si collocherà la Russia in questo contesto? "L'obiettivo primario è quello di bloccare queste minacce alla sicurezza economica che provengono dagli Stati Uniti, neutralizzarle riducendo la dipendenza della nostra attività economica esterna dalle scelte dei politici americani, la cui aggressività minaccia il mondo intero", ha detto Glazyev.  La conclusione di una delle persone più vicine a Putin è emblematica: "Per isolare ulteriormente la sua economia, la Russia dovrebbe abbandonare l'uso del dollaro come valuta di riserva. La Russia, che ha le quinte riserve internazionali più grandi al mondo, ha bisogno di diversificare le sue partecipazioni e includere yuan, rupia e real. Se un paese aspira allo status di riserva valutaria internazionale, dovrebbe comportarsi correttamente, e che non è il caso di oggi". 
 
Glazyev ha espresso alla perfezione il modo in cui Putin vede il mondo e le prossime mosse che accompagneranno la politica estera del Cremlino. 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Chi beneficia in Europa (e chi no) della politica dei dazi di Trump di Loretta Napoleoni Chi beneficia in Europa (e chi no) della politica dei dazi di Trump

Chi beneficia in Europa (e chi no) della politica dei dazi di Trump

Gaza, Russia e il cortocircuito della stampa mainstream di Francesco Santoianni Gaza, Russia e il cortocircuito della stampa mainstream

Gaza, Russia e il cortocircuito della stampa mainstream

A cosa servono le manifestazioni? di Francesco Erspamer  A cosa servono le manifestazioni?

A cosa servono le manifestazioni?

Il nuovo paradigma politico che istituzionalizza la morte di Paolo Desogus Il nuovo paradigma politico che istituzionalizza la morte

Il nuovo paradigma politico che istituzionalizza la morte

La rivoluzione bolivariana e la Freedom Flottiglia di Geraldina Colotti La rivoluzione bolivariana e la Freedom Flottiglia

La rivoluzione bolivariana e la Freedom Flottiglia

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Metsola e il turismo (senza sosta) dell'UE a Kiev di Marinella Mondaini Metsola e il turismo (senza sosta) dell'UE a Kiev

Metsola e il turismo (senza sosta) dell'UE a Kiev

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

C’era una volta una parvenza di Diritto internazionale di Michele Blanco C’era una volta una parvenza di Diritto internazionale

C’era una volta una parvenza di Diritto internazionale

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti