Il colpo da maestro di Putin: la Russia recupera i suoi beni in petrolio e gas in mani straniere
La crisi del dollaro spunta all'orizzonte
In pochi giorni, la Russia ha riacquistato il 30% del suo patrimonio di petrolio e gas, che stava in mano di investitori occidentali, e questo grazie al fatto che il rublo si è deprezzato. I media hanno descritto questa mossa come "l'operazione più incredibile che è stata vista da quando è nato il mercato azionario".
"La Russia ha fatto una mossa di scacchi inaspettata", scrive InSerbia. Secondo il portale di informazione, a causa del crollo del rublo, Mosca è stata in grado di recuperare la maggior parte del suo patrimonio, che stava in mano di proprietari stranieri, ed è anche riuscita a ottenere profitti del valore di 20.000 milioni di dollari in pochi giorni.
Lo scorso dicembre il rublo russo ha cominciato a cadere precipitosamente, e giravano voci che la Russia semplicemente non aveva fondi sufficienti. I prezzi delle azioni delle società energetiche russe sono cascate seriamente, e gli investitori hanno cominciato a venderle prima che si deprezzassero ulteriormente.
Secondo quanto spiega il portale serbo, che paragona Putin a un "grande maestro" di scacchi, "Putin ha aspettato una settimana e si è limitato a sorridere nelle conferenze stampa, e quando il prezzo delle azioni è sceso bruscamente, ha ordinato immediatamente di acquistare i beni in mano ad americani ed europei".
E ora tutte le entrate di petrolio e gas rimarranno in Russia e il rublo crescerà da solo, senza dover spendere riserve di valuta estera e di oro, ha aggiunto il portale. "Gli squali finanziari europei sono rimasti intontiti: in un paio di minuti la Russia ha acquistato a prezzi bassi miliardi di petrolio e gas. “Un'operazione così incredibile che non si era vista dall’apparizione del mercato azionario", scrive InSerbia.
Nell’ambito geopolitico mondiale il 2015 sarà caratterizzato da una maggiore integrazione dell'Eurasia, mentre gli Stati Uniti si allontaneranno lentamente dalla zona.
Il 2015 sarà testimone di una complessa interazione geostrategica che minerà, progressivamente, l'egemonia del dollaro come moneta di riserva e, soprattutto, dei petrodollari", afferma il giornalista e analista politico Pepe Escobar in un articolo pubblicato sul portale Sputnik International.
La politica di Pechino, "la superpotenza commerciale pienamente emersa”, sosterrà la strategia a lungo termine della Cina di unificare l’Eurasia con una maggiore integrazione commerciale. Un altro giocatore importante in questo processo sarà l'Iran, che, nel caso che le sanzioni siano mantenute, reagirà in cerca di una maggiore integrazione con l'Asia.
Secondo Escobar l'America e l'UE hanno dichiarato una guerra economica alla Russia, manifestatasi attraverso attacchi contro il rublo e il petrolio. Tuttavia, l'economia russa ha un finanziamento molto più solido rispetto a quella degli Stati Uniti, ricorda l'analista.
Mentre il debito pubblico della Russia è pari a solo il 13,4% del suo Pil, negli Stati Uniti questa cifra raggiunge il 74%, riferisce l'autore. Allo stesso modo, il deficit di bilancio in rapporto al Pil in Russia è dello 0,5%, rispetto al 4% negli Stati Uniti.
"E non dimenticate che la Russia può dichiarare una moratoria del debito e degli interessi colpendo più di 600.000 milioni di dollari", dice Escobar. "Questo scuoterebbe il cuore del sistema bancario a livello mondiale", conclude.