Accordo Consiglio Ue. Conte ha vinto? Ni

Accordo Consiglio Ue. Conte ha vinto? Ni

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di Danilo Della Valle

E fu così che dopo quattro giorni è stato trovato un accordo al Consiglio… 

Bravo Conte, bravo per la tenacia e per aver ottenuto il massimo, bravo più che altro per aver mantenuto la pazienza senza alzare tavoli e sedie.

Detto questo, aspettando di leggere per intero l’accordo, l’Italia strappa 209 miliardi di cui 82 di sussidi e 127 di prestiti. Parliamoci chiaramente non cambieranno i destini del Paese, ma sono un segnale di tentativo di ripresa.

L’Italia ha “vinto”? Su alcune cose sì, è riuscita a mantenere quasi gli stessi soldi dei sussidi  nonostante sia stata tagliata la somma totale ed è riuscita a evitare di far inserire la clausola del “freno”, ossia il diritto di veto di alcuni Paesi nell’assegnazione dei fondi in corso d’opera. 

Tuttavia resta l’incognita del Recovery Fund; leggendo le dichiarazioni di Von der Leyen qualcosa non convince. La presidente della Commissione Ue ha dichiarato: “Il Recovery Fund è stabilito in maniera molto chiara, è volontario ma chi vi accede deve allinearsi con il Semestre europeo e le raccomandazioni ai Paesi. Finora dipendeva solo dai Paesi rispettarle o meno, ma ora le raccomandazioni sono legate a sussidi e prestiti”. Ecco, questa dichiarazione è da prendere con le molle perché significherebbe comunque una intrusione nelle scelte di politica economia futura e vedere lo spettro delle riforme strutturali, tagli, austerità e via discorrendo. Punto da capire bene non appena si può leggere il documento finale.

Insomma, si può chiaramente dire che a margine della trattativa sono venuti fuori tutti i limiti della Unione Europea dal punto di vista politico, le trattative troppo spesso portate avanti non per il bene comune ma per meri scopi elettorali (elezioni in Olanda), il diritto di veto che troppo spesso è usato a mò di ricatto, la mancanza di una natura politica e di una unità di intenti dei Paesi Ue che, insieme alla struttura perdente del trattato di Maastricht rendono l’Unione Europea molto lontana da quel che teoricamente dice di voler rappresentare per i popoli europei.

Ora bisogna rimanere con i piedi per terra e aspettare di capire le condizioni e come verranno spesi questi soldi. Ricordiamoci sempre che siamo nel bel mezzo di una crisi economica dovuta da un evento pandemico che ha spinto in avanti ed esarcerbato una crisi che non è cominciata certo ieri.

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