Evo Morales sul caso Lula: la destra vuole che mai più un operaio sia presidente
Il presidente boliviano ha denunciato che la destra sudamericana congiuntamente con quella statunitense lavora affinché dirigenti sindacali e operai come Lula e Maduro non siano più presidenti di un paese della regione
Il presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, Evo Morales, indigeno e già leader del movimento sindacale dei cocalero boliviani, interviene sulla questione che in questi giorni concitati sta scuotendo l'intera America Latina: il golpe istituzionale in atto in Brasile contro il governo guidato da Dilma Rousseff e le manovre volte a impedire il ritorno alla politica attiva dell'ex presidente Lula Da Silva.
Morales ha denunciato che la destra, latinomericana e nordamericana, lavora alcremente affinché «mai più un operaio sia presidente di un paese della regione». Infatti gli attacchi più violenti sono rivolti contro quei paesi come Brasile e Venezuela, dove sono stati o vi sono tuttora leader che provengono dal mondo operaio e sindacale come Lula e Maduro.
Il presidente boliviano ha poi espresso «sostegno e solidarietà» a Lula Da Silva e Dilma Rousseff, evidenziando che «non sono soli perché gli operai, i lavoratori e gli indigeni» sono scesi in campo per «difendere la democrazia e il popolo brasiliano».
In ultima analisi, Morales, ha spiegato che le forze reazionarie attualmente «non utilizzano più il colpo di stato» per rovesciare un governo legittimamente eletto, perché «ci sono altri metodi delle democrazie occidentali che hanno le stesse finalità, abbattere i governi democratici».