Elezioni midterm USA: vince sempre il 'partito della guerra'
di Federico Pieraccini
La vittoria dei candidati del partito Democratico, con conseguente ribaltamento della maggioranza alla camera dei rappresentanti, azzopperebbe Trump internamente, minacciando la rielezione nel 2020.
Temo che in questo scenario, Trump sarebbe un pronto a mettere da parte anche quel briciolo di ‘realismo’ politico che gli rimane in politica estera, pur di assecondare il tradizionale ‘partito della guerra’, in cambio di qualche semi-riforma approvata da sventolare all’elettorato.
Esiste pure uno scenario semi-apocalittico che tendo a scartare, ovvero la vittoria dei Democratici e il conseguente impeachment di Trump. Improbabile che accada, darebbe a Trump il perfetto alibi e la migliore piattaforma per i Repubblicani su cui correre nel 2020. Apocalittica perché solo l’idea di scrivere il President Pence, mette i brividi.
Dal punto di vista Europeo, per gli amici del ‘Washington consensus’, sarà comunque il canto del cigno, con una guerra civile politica ormai in stato permanente. È lo specchio dei tempi in cui viviamo con Merkel in uscita, May inesistente e Macron incredibilmente peggio dei suoi predecessori.
Per quei governi Europei che hanno assunto posizioni di delicato (e spesso inefficace) equilibrio, arriverà il momento di prestare soccorso (vedremo in che forma) dopo i crediti politici elargiti.
Il resto del mondo osserva le mid-term con moderato disinteresse e realismo. Il ‘partito della guerra’ vince in qualsiasi caso e non sembrano ovviamente esserci all’orizzonte scenari in cui Washington intenda migliorare il proprio comportamento. Il voto di domani al limite può peggiorarlo, vedremo di quanto, ecco... Pence appunto