La famiglia Bin Laden nella grande purga saudita. Il regime gli chiede 100 miliardi

6129
La famiglia Bin Laden nella grande purga saudita. Il regime gli chiede 100 miliardi



di Fulvio Scaglione*


Fine di un’epoca. Nelle pieghe della grande purga di principi e notabili con cui Mohammed bin Salman, l’erede al trono dell’Arabia Saudita, si sta spianando la strada alla successione, è finita anche la famiglia Bin Laden, quella che diede i natali al superterrorista Osama bin Laden, fino ai primi anni Novanta uomo di fiducia della casa reale saudita per i rapporti con i vari jihadisti, in quell’epoca soprattutto i mujaheddin del popolo afghani.
 

Bakr bin Laden, presidente del gruppo e patriarca della famiglia Bin Laden, e una decina di suoi parenti sono stati messi agli arresti e da quella scomoda posizione sono ora chiamati a trattare con gli emissari del principe Mohammed. Il quale, come ha fatto con le decine di ricchi e potenti arrestati finora, prima di rimetterli in libertà cerca di spremere ai Bin Laden la maggior quantità di denaro possibile.


Da questo punto di vista la storia imprenditoriale dei Bin Laden è quanto di più saudita e mediorientale si possa immaginare. Di origine yemenita, la famiglia Bin Laden ha costruito un impero basato sull’edilizia. E, ovviamente, sul favore della casa reale, senza il quale, come ben dimostrano gli ultimi eventi, in Arabia Saudita si fa poca strada.


I 100 mila dipendenti della famiglia Bin Laden


Che la Bin Laden Construction fosse entrata nel giro giusto lo si vide già nel 1979 quando Juhaiman ibn Said al-Utaiba, discendente di una delle famiglie più prestigiose del Paese, occupò con qualche centinaio di militanti la Grande Moschea della Mecca. La crisi finì due settimane dopo in una strage ma in quei giorni continuarono ad andare a venire nel sito i camion dei Bin Laden, che avevano ottenuto dal re un appalto da quattro miliardi di dollari per il riassetto dei Luoghi Santi dell’islam. Poche settimane prima di quell’accenno di guerra civile, presso l’Università di Gedda si era laureato in ingegneria civile uno dei tanti rampolli della famiglia Bin Laden, Osama, il futuro fondatore di al Qaeda.


Nei suoi momenti di maggior fortuna l’azienda della famiglia Bin Laden ha avuto anche 100 mila dipendenti, e per decenni si è accaparrata tutti gli appalti più succulenti, senza subire alcuna conseguenza per aver dato i natali al famoso Osama, diventato nel frattempo nemico giurato della casata dei Saud.


Tutto ha una fine, però, e adesso pare proprio scaduto il tempo dei Bin Laden. Dopo i poliziotti, si sono presentati ai Bin Laden i sicari finanziari di Mohammed bin Salman, i quali sostengono che i costruttori devono restituire 100 miliardi di dollari «di competenza dello Stato». Anche quella somma astronomica, però, potrebbe non bastare: il governo saudita ha formato una commissione per esaminare i bilanci, i contratti in essere e i rapporti con i fornitori e i clienti della Bin Laden Construction. Tra le ipotesi che circolano c’è anche quella secondo cui l’azienda verrebbe di fatto spolpata con la confisca da parte dello Stato dei suoi “pezzi” migliori.
 

Anche i ricchi piangono, dunque, in Arabia Saudita, di questi tempi. O per meglio dire: piangono i ricchi che, quando gli equilibri di potere sono cambiati, erano sul lato sbagliato della barricata. Succede. Anche ai Bin Laden.

*Fonte. Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo   Una finestra aperta L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti