L'Italia invia un contingente della Folgore nella guerra civile libica
L'Italia ha deciso di inviare un contingente di circa 200 paracadutisti della Folgore nella città libica di Misurata a garantire la sicurezza di un ospedale da campo, con 100 fra medici e infermieri, che il governo italiano ha deciso di trasferire a Misurata per curare i numerosi miliziani misuratini feriti nella battaglia di Sirte contro lo Stato Islamico.
Intanto sul campo, approfittando del momento che vede le forze fedeli al Governo Serraj impegnate contro lo Stato Islamico a Sirte, i miliziani del generale Haftar hanno conquistato due obiettivi strategici: i terminal petroliferi di Sidra e Ras Lanuf, due porti tra Sirte e Bengasi, da cui viene esportato il petrolio libico. I due porti del Mediterraneo si trovano nella "mezzaluna petrolifera" della Libia, l'arco di terminali attraverso cui transita quasi la metà del greggio libico esportato, e visti come una fonte vitale di reddito per il governo di riconciliazione nazionale libico, riconosciuto dall'Onu ma non da Haftar, che sta lottando per affermare la sua autorità. Il petrolio è principale risorsa naturale della Libia con riserve stimate in 48 miliardi di barili, le più grandi dell'Africa. Dal 2010 la produzione del paese è crollata da 1,5 milioni di barili al giorno a 200.000 barili.
L’operazione è un duro colpo per il governo di Tripoli appoggiato dall'ONU. Le forze dell'autoproclamato Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar si sono scontrate con le Guardie delle installazioni del petrolio, una milizia guidata da Ibrahim Jathran e che a luglio aveva trovato un accordo con il governo di unità nazionale appoggiato dall’Occidente. Si tratta quindi del «primo conflitto armato» tra il governo della Libia orientale che appoggia Haftar e il governo di unità nazionale che si è insediato nella capitale Tripoli ed è appoggiato dall’ONU.
Il governo di Serraj ha chiamato a raccolta tutte le sue milizie chiedendo di dirigersi verso la zona della Mezzaluna petrolifera per riprendere il controllo dei terminal di petrolio. Può quindi considerarsi fallito il piano ONU/Usa/Italia per riunificare le diverse formazioni militari dell'Est e dell'Ovest della Libia, sotto l'autorità del governo di Tripoli.