Venezuela, Renzi e la democrazia popolare

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Matteo Renzi mostra ancora una volta di avere un’insana passione per il golpismo in Venezuela. Il segretario del Partito Democratico ha dichiarato attraverso il proprio profilo Facebook: «Ciò che sta accadendo in Venezuela continua a essere ignorato da larga parte della comunità internazionale. Lo so, siamo ad agosto, abbiamo tutti voglia di staccare e abbiamo ragione. Ma quel popolo che muore di violenza e di fame non può essere abbandonato. Le immagini di un giovane violinista, di una mamma in coda a cercare cibo per suo figlio, di ragazzi che chiedono libertà e benessere devono continuare a scuotere le coscienze in tutto il mondo. Il regime di Caracas, che qualcuno anche in Italia considerava un modello, sta distruggendo la libertà e il benessere di un popolo bello e fiero. Non giriamoci dall'altra parte. Almeno non anche noi».

 

Parole che a voler essere buoni possiamo definire surreali. Renzi afferma che ciò che sta accadendo in Venezuela continua a essere ignorato da larga parte della comunità internazionale. A noi sembra esattamente il contrario: troppe sono le ingerenze indebite negli affari interni di un paese vittima di un vero e proprio assedio politico, economico e mediatico internazionale. Un’aggressione che vede l’Italia accodarsi, come al solito, alle decisioni folli prese da Washington. 

 

«Le immagini di un giovane violinista, di una mamma in coda a cercare cibo per suo figlio, di ragazzi che chiedono libertà e benessere…» scrive Renzi a cui vorremo mostrare alcune foto e video dove si vedono all’opera gli osannati «ragazzi che chiedono libertà e benessere» mentre devastano beni pubblici, lanciano bombe, sparano con pistole e fucili contro le forze dell’ordine, incendiano depositi pieni di derrate alimentari pronte per la distribuzione (strano comportamento per chi si dice alla fame), linciano e poi ammazzano persone solo perché di diverso orientamento politico e per il colore della pelle. 





 

Abbiamo cercato anche di far pervenire a Renzi alcune testimonianze che come AntiDiplomatico abbiamo raccolto a Caracas: «La cronaca da Caracas dello storico voto di ieri: "Siamo qui per esercitare un diritto che nessuno ci può negare: né Trump, né i guarimberos. Ditelo, ai politici italiani…”», ma i nostri commenti sono stato etichettati come spam e cancellati. Evidentemente, il segretario del Partito Democratico, è molto nervoso e teme il confronto con i giornalisti come accaduto con l’inviata dell’emittente La7 a cui ha scippato il microfono dalle mani per poi lanciarlo lontano.  





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