Di fronte alla sconfitta, turchi e sauditi gridano ai 'crimini di guerra' della Russia

Di fronte alla sconfitta, turchi e sauditi gridano ai 'crimini di guerra' della Russia

"In gioco qui non c’è soltanto una tregua ma una guerra ancora più ampia e devastante."

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Alberto Negri, Il Sole 24 Ore*

Per anni i turchi e i sauditi non hanno mai detto una parola contro il Califfato che decapitava siriani e iracheni, e ora che i gruppi jihadisti da loro appoggiati stanno perdendo gridano contro i crimini di guerra della Russia e di Damasco. 
Quelle dell’Isis, che ha attuato una pulizia etnica e settaria spietata, dovevano essere carezze. Si scopre adesso che la guerra è soprattutto contro i civili, che per altro sono stati tenuti in ostaggio per anni dalle forze in campo come accade da decenni in tutti i conflitti, dai Balcani al Medio Oriente all'Africa. 
La Russia è intervenuta a salvare il regime siriano il 30 settembre 2015 ma nei cinque anni precedenti è accaduto qualcosa che gli Usa, la Turchia e le monarchie del Golfo insistono a ignorare: hanno sbagliato tragicamente i calcoli pensando di abbattere Assad con il terrorismo e la guerriglia. E adesso non sanno come giustificare i loro proclami: neppure gli Stati Uniti, che avevano lasciato via libera all’ondata jihadista, sanno come venirne fuori in un anno di campagna elettorale.
La Russia usa la mano pesante, la stessa che ha adoperato in Cecenia, radendo al suolo Grozny e qualche decennio prima i villaggi dell’Afghanistan. Viene accusata di usare i profughi per destabilizzare la Turchia: probabilmente è vero. Fa parte dell’orrore di questo conflitto in cui Ankara pensava a sua volta di manovrare i rifugiati contro il regime di Damasco. Qui non ci sono angeli ma soltanto demoni.
Il popolo siriano è rimasto stritolato nella morsa delle contrastanti ambizioni dei protagonisti. Assad e gli alauiti per restare in sella e salvare la pelle non hanno esitato a compiere stragi e massacri. La Turchia di Erdogan facendo passare migliaia di jihadisti non solo intendeva far fuori il regime siriano ma mettere le mani su Aleppo e anche su Mosul, magari attraverso un accordo con il Califfo al-Baghdadi, che avrebbe potuto facilmente colpire solo se l’avesse voluto. Per non parlare dell’obiettivo principale dei turchi: eliminare i curdi siriani. Delle potenze in campo è sicuramente quella ha più da temere perché una sconfitta potrebbe significare un cambiamento epocale nei rapporti di forza alle sue frontiere.
L’Arabia sta diventando un caso clinico di delirio di onnipotenza wahabita. Gli Usa le hanno dato via libera per impadronirsi dello Yemen e i sauditi si sono impantanati nel cortile di casa in una guerra contro gli sciiti Houti. Bombardano i civili a tutto spiano ma nessuno dice una parola. Non contenti i sauditi vogliono mettere gli stivali sul terreno in Siria per mostrare al mondo sunnita che i custodi della Mecca sono gli autentici portabandiera della guerra all’Iran: che è il vero motivo di questo conflitto per procura siriano, cioè contenere l’influenza di Teheran. Già rischiano i turchi ma immaginare soldati sauditi che occupano parte della Siria o dell’Iraq appare impensabile. Se entrano non ne usciranno fuori e gli Usa lo sanno perfettamente.
Il problema lo hanno creato gli Stati Uniti nel 2003 frantumando l’Iraq e loro devono risolverlo. Non hanno espresso una chiara intenzione di farlo e adesso non riescono a gestire i disastri provocati fomentando in Siria una guerra per procura insieme a inefficaci e inaffidabili potenze sunnite. Le contraddizioni Usa stanno diventando esplosive. In Iraq le milizie sciite addestrate dalla Cia sono al fianco degli Stati Uniti contro l’Isis, in Siria invece combattono contro le milizie appoggiate dagli americani. Quelle milizie che secondo la strategia Usa avrebbero dovuto liberare le città irachene sono le stesse su cui oggi puntano i russi per riprendere Aleppo.
La Russia si è infilata in Siria approfittando delle indecisioni di Obama: nel 2013 voleva bombardare Assad, poi ha preferito seguire la politica del “contenimento” e ora se interviene deve scontrarsi con Mosca. Da questo punto di vista Obama e Kerry, come scrive anche il Wall Street Journal, sono meno credibili di Putin e questo è stato percepito da tutto il mondo occidentale e da quello musulmano. In gioco qui non c’è soltanto una tregua ma una guerra ancora più ampia e devastante. 

*pubblichiamo su gentile concessione dell'autore 

Potrebbe anche interessarti

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite di Pasquale Cicalese L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE di Giuseppe Masala Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti