Siria, l'intelligence tedesca coopera con Assad e Berlino potrebbe riaprire ambasciata a Damasco.

Siria, l'intelligence tedesca coopera con Assad e Berlino potrebbe riaprire ambasciata a Damasco.

Bild scrive che il BND intende stabilire una stazione fissa a Damasco in cui gli agenti prenderanno posizioni permanenti.

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Dopo l'incontro di ieri a Mosca con Putin e Lavrov, il Segretario di Stato Kerry ha ceduto sul punto che più poneva in stallo le discussioni per il futuro della Siria, accettando che per il momento il futuro di Assad non è più in discussione. Una concessione dolorosa per Washington, ma necessaria dopo che tutti i castelli di carta creati dalla coalizione occidentale contro l'Isis sono venuti giù con l'intervento russo. 
 
L'obiettivo statunitense - rovesciare il governo di Assad armando, finanziando e formando un miscuglio vario di estremisti sunniti – è rimandato quindi. Ed ora, gli Stati Uniti si vedono costretti a convivere in una situazione in cui gli eserciti alleati regionali dovranno essere smantellati senza che a Damasco ci sia quello stato fantoccio che si auspicava.
 
Assad non si muoverà nel breve periodo quindi e l'occidente ha iniziato già a scendere a patti con Damasco. Bild (che cita fonti anonime) scrive a caratteri cubitali che la Germania ha creato una cellula di intelligence che lavora con i servizi segreti di Damasco. Notare la caratterizzazione di Assad come "torturatore":

 
"L'agenzia di intelligence della Germania lavora di nuovo con il servizio segreto il presidente siriano Bashar al-Assad per scambiare informazioni sui militanti islamici", scrive Reuters, citando il quotidiano tedesco.

Reuters continua: "Citando fonti ben informate, il quotidiano tedesco ha detto che gli agenti tedeschi BND sono stati in viaggio regolarmente a Damasco per consultazioni con i colleghi siriani".

Bild prosegue sottolineando che il BND intende stabilire una stazione fissa a Damasco in cui gli agenti prenderanno posizioni permanenti. Questo potrebbe aprire la strada per la riapertura dell'ambasciata tedesca, che è stata chiusa nel 2012. 

La Germania si prepara a unirsi allo sforzo militare in Siria. Inizialmente, Berlino invierà una nave da guerra (per "proteggere" il vettore francese), 1.200 soldati, e sei Tornado ECR per il paese. L'idea alla base della cooperazione con Damasco è quello di stabilire un canale di comunicazione fisso nel caso in cui un pilota tedesco venisse abbattuto.
 
A quanto pare, Berlino non si fida molto dei ribelli moderati armati e finanziati dagli Usa o, in alternativa, non vuole che i suoi militari vengano bruciati vivi dai jihadisti vicini all'Arabia Saudita e Qatar.  

Se l'articolo di Bild dovesse essere confermato, solleva molte riflessioni interessanti sulla campagna militare dell'Occidente in Siria. Se la Germania, la Francia e la Gran Bretagna, in particolare, adotteranno una posizione più conciliante nei confronti di Damasco rispetto a Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar, Washington avrà bisogno di capire come conciliare la sua linea con Assad con l'approccio divergente dalla Nato sunnita a guida Arabia Saudita.

Centinaia di migliaia di vite sono state portate via, milioni di persone sfollate in fuga verso l'Europa, città ricche devastate, diritti barbaramente strappati nei territori sott'occupazione dell'Isis. Uno stato sovrano che doveva abdicare, come in passato Iraq e Libia, per gli interessi occidentali che ha però resistito. Tutto questo per una strategia criminale, una debacle storica smascherata dall'intervento russo. Quelle potenze occidentali oggi cercano di cooperare con lo stesso governo che cercavano di rovesciare, perché il Frankestein che hanno creato gli si è ritorto contro: questa l'amara conclusione.

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