Governo Renzi silente complice del massacro in Yemen. Gentiloni perché non risponde a queste domande?

La Commissione Affari esteri del Movimento Cinque Stelle ha chiesto al ministro spiegazioni sul comportamento italiano

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Governo Renzi silente complice del massacro in Yemen. Gentiloni perché non risponde a queste domande?


Ecco l'unica interrogazione che, nel Parlamento italiano, rompe il silenzio complice dell'Italia a proposito dei devastanti bombardamenti sullo Yemen in corso dal 26 marzo, a opera di una coalizione di paesi arabi guidati dal principale acquirente di armi dall'Italia, il regno saudita. La pubblichiamo in attesa che sia calendarizzata e che il Ministero degli Esteri, prono finora agli interessi del ricchissimo regno wahabita, batta un colpo in favore dei più elementari principi di umanità. Sul tema, il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle ha presentato mesi fa una risoluzione nel silenzio dei media e del duo Renzi-Gentiloni.

Interrogazione a risposta in Commissione
 
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
 
per sapere, premesso che:
 
dal 26 marzo 2015 il regno dell’Arabia Saudita, coadiuvato da altri otto paesi arabi (Egitto, Marocco, Sudan, Emirati arabi uniti, Kuwait, Qatar e Bahrein) con armi fornite dall’Occidente, sta conducendo attacchi aerei incessanti su città e villaggi yemeniti, su richiesta da parte del presidente yemenita Hadi fuggito a Riad per l’avanzata dei ribelli Houti. L’azione militare è stata avviata senza autorizzazione da parte dell’Onu;
 
solo dopo tre settimane, il 14 aprile, il Consiglio di sicurezza si è pronunciato, con la controversa risoluzione n. 2216 che in sé non avalla l’intervento, ma nemmeno lo condanna, né chiede un cessate il fuoco, limitandosi a condannare l’azione degli Houti e a imporre un embargo alle armi nei loro confronti; 
 
il 15 giugno sono ripresi i negoziati a Ginevra, ma non sembra che questo porterà a una tregua nei bombardamenti;
 
i bombardamenti a guida saudita appaiono indiscriminati e configurano crimini di guerra. Già nei primissimi giorni è stato colpito un campo profughi a Mazraq, con decine di morti civili. Secondo gli ultimi dati dell’Oms, i morti sono oltre 2.500, per metà civili, e oltre 11.000 i feriti. Decine di migliaia gli sfollati. Sono stati bombardati e distrutti quartieri della Città vecchia di Sana’a; 
 
l’organizzazione internazionale Human Rights Watch accusa – con foto e filmati - l’Arabia Saudita di aver usato bombe a grappolo fornite dagli Stati Uniti, nella provincia di Saada. L'Arabia Saudita è stata accusata di aver usato (almeno) una bomba ai neutroni di fabbricazione israeliana;
 
sempre secondo alcune organizzazioni Onu, 20 milioni di yemeniti (l’80% della popolazione) hanno bisogno di aiuti urgenti e di una tregua umanitaria, ma i bombardamenti non sono mai stati interrotti. Inoltre, un embargo, secondo testimonianze di organizzazioni umanitarie fornite al settimanale Famiglia Cristiana, de facto da parte saudita, con l’appoggio di navi statunitensi, non fa passare aiuti, cibo, carburante necessario a far funzionare i pozzi della poca acqua potabile;
 
a causa dei bombardamenti a guida saudita contro i guerriglieri Houti, nemici di Al Qaeda nella penisola arabica (Aqap), Al Qaeda si sta rafforzando in Yemen e controlla ora Hadhramaut e il suo capoluogo Mukalla;
 
il regno dell’Arabia Saudita ad oggi è il primo acquirente di sistemi d’arma del nostro Paese:- 
 
quale sia la posizione della nostra diplomazia atteso che, all’avvio dei bombardamenti sauditi, è stata offerta, tramite dichiarazioni del ministro interrogato, “comprensione” verso l’Arabia Saudita prendendo atto “delle caratteristiche limitate e difensive” dell’attacco saudita;
 
quali misure efficaci intenda adottare per porre fine all’embargo che impedisce il passaggio di aiuti umanitari allo Yemen;
 
come intenda chiarire il fatto che le armi vendute all’Arabia Saudita non siano effettivamente usate in attacchi allo Yemen, con tutte le conseguenze in termini di morti, feriti e catastrofe umanitaria che ne sono derivati.
 
   
Di Stefano, Del Grosso, Di Battista, Grande, Scagliusi, Sibilia, Spadoni 

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