Libia: La protesta dei miliziani
Il complicato quadro della sicurezza in Libia
Domenica 28 aprile, 200 uomini armati e 30 pick-up con armi installate sul cassone posteriore hanno circondato la sede del ministero degli Esteri a Tripoli per chiedere al Congresso Generale Nazionale di approvare la legge n°41 per "l'Isolamento politico" che interdice i funzionari in carica durante il regime di Muammar Gheddafi dall'occupare posti nella nuova amministrazione. Sotto accusa, in particolar modo, il personale diplomatico del ministero degli Esteri considerato espressione del vecchio regime. Durante la giornata di domenica, i miliziani hanno poi tentato di irrompere nella sede del ministero dell'Interno e nella sede dell'agenzia di stampa ufficiale Lana. Lunedì 29 aprile, i miliziani hanno poi circondato la sede del ministero della Giustizia, sempre nella capitale libica. Dura la reazione del primo ministro Ali Zeidan che ha fatto presente che il governo non si lascerà intimidire dalle milizie.
Questi episodi, assieme all’autobomba esplosa lo scorso 23 aprile davanti all’ambasciata francese a Tripoli, confermano quanto sia ancora precario il quadro della sicurezza in Libia, a due anni dalla fine del regime di Muammar Gheddafi. Il disarmo delle milizie che hanno combattuto Gheddafi , in particolare, è sempre stato presentato come uno dei primi obiettivi del governo, che ancora non riesce ad imporre la propria autorità su tutto il territorio nazionale.