Scopriamo Dlamini-Zuma, il nuovo Presidente della Commissione dell’Unione africana.

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Il braccio di ferro durato circa 6 mesi non senza colpi di scena, incontri tra Capi di Stato e governo, accuse reciproche, diplomazie paralleli, tra il candidato alla propria successione, Jean PING e la candidata sud africana ZUMA, è finalmente archiviato. A termine di un giro di votazioni avvenuto ieri in tarda serata nell’ambito della Conferenza dell’Unione africana, è stata eletta, a sorpresa, considerando il vantaggio a favore di Jean PING durante la sessione di gennaio 2012, la candidata sud africana NKOSAZANA DLAMINI ZUMA (d’ora in poi ZUMA) al quarto giro di votazione raccogliendo 37 voti favorevoli dopo che il candidato uscente abbia fatto un passo indietro. Dalla prima votazione in poi era emersa in vantaggio la candidatura di ZUMA e il campo di Jean PING perdeva voti costringendolo a gettare la spugna alla terza votazione spalancando così le porte della Presidenza della Commissione dell’Unione africana a ZUMA. Ne esce vittoriosa la diplomazia sud africana condotta in prima persona dal Presidente sud africano Jacob ZUMA, nonché ex marito. Durante questi 6 mesi diversi incontri sono stati organizzati in vista di sanare la frattura che si era già registrata fra i Capi di stato e di governo dalla mancata elezione avvenuta a margine della diciottesima sessione. La frattura non si è ricomposta anche durante questa diciannovesima sessione. Invano il Presidente in carica dell’Unione africana, il Presidente del Benin Yaya BONI, è riuscito a cucire lo strappo aprendo la seduta della Conferenza dell’Unione africana. Jean PING aveva le sue ragioni sollecitando il rinnovo del mandato sicuro del riconoscimento dell’operato svolto da parte di tanti Capi di stato e di governo, in primis il Presidente del Gabon ALI BONGO e di una nutrita parte dell’Africa francofona in modo particolare. Non ha forse tenuto conto della volontà del sud africa che è riuscito a costruire attorno a sé un blocco sempre più numeroso deciso a far eleggere la candidata sud africana e dare così luogo al vento di cambiamento voluto a tutti costi dal Sud africa. Sarebbe stato forse saggio una rinuncia da parte di uno dei due candidati per evitare di trascinare l’Unione africana in questa lotta “fino all’ultimo”.

Questa elezione ha lasciato il segno mettendo in evidenza la fragilità del “consensus” che fonda la prassi africana più diffusa nell’adozione delle decisioni. Il braccio di ferro estenuante ha messo in risalto la spaccatura tra gli Stati africani e la diplomazia “aggressiva” condotta dal Presidente sud africano per ottenere l’elezione dell’attuale ministro sud africano dell’Interno, già ex ministro degli Esteri ed ex moglie, ha messo il timbro sulla volontà di mostrare “ i muscoli” del paese africano più potente andando ad infrangere quella regola non scritta nella prassi africana vietando agli Stati “più potenti” di occupare i vertici della Commissione africana o prima, di esercitare il mandato del Segretario generale della defunta organizzazione per l’Unità Africana (OUA). L’ora è giunta per archiviare le divisioni emerse e di lavorare a costruire, consolidare assieme l’Unione africana facendo leva sulle sfide e le risorse umane di cui dispone il continente africano.

KAZADI MPIANA Joseph. Dottore di Ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione europea presso l’Università “La sapienza” di Roma.

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