Negli ultimi quattro anni i Paesi dell’Europa orientale hanno venduto armi usate di produzione sovietica per 1,2 miliardi di euro ai paesi del Medio Oriente. Armi che poi sarebbero finite
nella mani dei combattenti di gruppi islamisti, fra cui anche lo Stato islamico.
Questa notizia è emersa da un rapporto del BIRN, Rete informativa di Ricerca per i Balcani, pubblicato, oggi, sul quotidiano britannico The Guardian, secondo cui le armi vendute da otto paesi dei Balcani (Bosnia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Montenegro, Serbia e Romania) a paesi che confinano con la Siria includono migliaia di fucili d'assalto, come l'AK-47, mortai, lanciarazzi, armi anticarro e mitragliatrici pesanti. In cima ai paesi “esportatori” dell’Europa orientale figura la Croazia con una quota di 302 milioni di euro, seguita dalla Repubblica Ceca con 240 milioni di euro e da Serbia e Slovacchia, rispettivamente, con 194 e 192 milioni di euro.
L'inchiesta, che ha esaminato dati forniti dalle Nazioni Unite, come i registri di volo e i contratti sulla vendita di armamenti dell’ultimo anno , ha rivelato come tali armamenti sono stati inviati con almeno 68 voli cargo di paesi dei Balcani ad Arabia Saudita, Giordania, gli Emirati Arabi Uniti (UAE) e Turchia, per poi essere destinate ai mercati di Siria e Yemen ai gruppi terroristici.
Riyad e Ankara, in particolare, sono note per fornire armi direttamente agli estremisti e gruppi terroristici come ISIS (Daesh, in arabo) per creare caos nella regione, in particolare in Siria per facilitare il rovesciamento del presidente siriano, Bashar al-Assad.
"I militari di Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti e la Turchia usano armi di fanteria e munizioni occidentali (...) Pertanto, sembra probabile che le grandi spedizioni di tali materiali vengono inviati ai loro alleati in Siria, Yemen e Libia", si legge nello studio, che cita Jeremy Binnie, un esperto di armi in Medio Oriente.
Le armi inviate alla regione, prosegue il rapporto, sono al momento nelle mani dell’esercito sirinao libero, FSA, supportato dall'Occidente, così come in quelle dei gruppi terroristici come Ansar al-Sham, Al-Nusra (ramo locale di Al-Qaeda in Siria), ISIS e di altre fazioni di opposizione in lotta contro Assad.
I paesi coinvolti hanno negato che stanno inviando le armi in Siria. Tuttavia, Robert Stephen Ford, ambasciatore degli Stati Uniti in Siria tra il 2011 e il 2014, ha affermato che sono croate le armi che passano dalla Giordania alla Siria, come si evince da filmati e fotografie postate sui social media.
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