Macron e l’Europe en Marche!

Mercoledì scorso l’Europarlamento (EP) ha votato la re-distribuzione dei 73 seggi del Regno Unito. Nella prossima assemblea ci saranno 705 seggi invece di 751 (quindi 46 in meno) con 27 scranni da ri-assegnare ai paesi sottorappresentati in base alla popolazione. La proposta di assegnare 46 seggi a una lista paneuropea transazionale senza vincoli di rappresentanza in base alla nazionalità è stata respinta. Il voto contro la lista transnazionale è un colpo basso per Emmanuel Macron, il maggior sostenitore dell’idea. Probabilmente Macron proverà a riproporre il progetto nel prossimo summit europeo, ma con un PE così contrario le chance di avere successo sono veramente poche.


Con il progetto di lista transazionale fuori dai giochi per le elezioni europee del 2019 il presidente francese dovrà inventarsi qualcos’altro, cosa farà Macron?


Il leader di La Republique En Marche! (LREM) può ancora provare a trasformare il sistema dell’Europarlamento applicando la sua logica “né di destra né di sinistra” a un’alleanza tra partiti simili al suo LREM reclutati in ogni paese europeo. Fino adesso il PE è stato guidato dai grandi gruppi parlamentari del Partito Popolare Europeo (PPE) e i Socialisti Democratici (S&D) ma il mosaico che compone questo sistema è in declino in tutta la Ue e non sembra possibile riproporlo così com’è anche nel 2019. Sicuramente si apriranno nuovi spazi.


Se Macron riuscisse a comporre un’alleanza che vada oltre il suo LREM coinvolgendo personalità della sinistra, del centro e della destra sotto un chiaro manifesto pro-europeo potrebbe rifare quello che ha fatto in Francia e dare vita a un movimento paneuropeo, una specie di L’Europe en Marche! in cui far confluire tutti i piccoli Macron sparpagliati nei paesi europei. Già è possibile immaginare i membri dell’alleanza: LREM e MoDem in Francia, il PD di Renzi in Italia, Ciudadanos in Spagna, e così via.


Federico Bosco

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